Roma invasa dai rifiuti Vespa guida la rivolta contro il bluff di Marino

Il conduttore Rai fa un paragone con San Pietroburgo e scoppia la polemica col sindaco. Intanto la Capitale affoga nella sporcizia

Roma invasa dai rifiuti Vespa guida la rivolta contro il bluff di Marino

Roma - Cassonetti stracolmi in centro e in periferia, bande di rom che dragano a tutte le ore i contenitori in caccia di oggetti da recuperare, la raccolta differenziata che non decolla, una maxi discarica chiusa senza un piano B. A Roma la gestione dei rifiuti è una turpitudine eterna, ma la politica sembra non accorgersene e a sollevare il problema deve provvedere un noto giornalista, Bruno Vespa. Forse perché l'obiettivo del Campidoglio è la raccolta differenziata porta a porta?

Tutto inizia domenica sera, con un tweet di Vespa: «Sono a San Pietroburgo, 5 milioni di abitanti, non ho visto un rifiuto sulla strada. Mi sono vergognato di abitare a Roma». Una condanna in meno di 140 caratteri. Il sindaco Ignazio Marino replica in maniera ambigua: «In realtà le cartacce per terra sono il modo in cui turisti e romani trattano la città ma il vero problema a Roma è la gestione del ciclo dei rifiuti». Poi ammette: «Ogni giorno il 18 per cento dei dipendenti di Ama non si presenta al lavoro». Poche ore dopo, intervistato dalla trasmissione Un Giorno da pecora, un cambio di registro: «Oggi (ieri, ndr) mi sono arrabbiato tantissimo perché non è più possibile che molti quartieri, specialmente quelli della periferia, siano pieni di immondizia. Questo problema lo dobbiamo affrontare in maniera radicale». Quanto alle parole di Vespa, c'è dapprima una frecciata spuntata («Mi pare che lui abiti al centro di Roma, in una zona che dicono sia bella. Forse ci sono persone che vivono in zone più disagiate rispetto al primo municipio») poi una difesa che si trasforma in autogol: «Vespa si rifà a una città dove vige il sistema che per 50 anni c'è stato a Roma: lì hanno l'85 per cento dei rifiuti messi in una discarica e solo il 15 che va nella differenziata. Purtroppo negli ultimi 50 anni nulla è stato fatto per togliere a un monopolista privato la gestione dei rifiuti che era basata su una grande buca (la discarica di Malagrotta, ndr) dove veniva buttato di tutto, dal materasso al frigorifero. Sarebbe interessante che Vespa ci dedicasse una sua trasmissione d'approfondimento».

Il fatto è che Vespa lo ha fatto. «A Porta a porta ce ne siamo occupati ben due volte perché la gestione dei rifiuti a Roma è uno scandalo nazionale. La prima volta il 10 aprile 2013 in campagna elettorale per l'elezione del sindaco di Roma. Facemmo una inchiesta su Malagrotta, ne parlammo con Alemanno e Marchini, non con Marino che aveva declinato l'invito a confrontarsi con i suoi competitori. La seconda volta il 13 gennaio 2014 con due servizi. Anche in questo caso il sindaco si rese indisponibile all'intervista e ci mandò una nota che io lessi in studio». Quindi è ridicolo che ora Marino chieda al giornalista di invitarlo in trasmissione. «Marino - ricorda Vespa - diceva che la chiusura di Malagrotta, avvenuta il 31 ottobre 2013, avrebbe positivamente risolto il problema. Sono trascorsi sei mesi e la situazione è molto peggiorata. Chi deve intervenire se, parole sue, ogni giorno il 18 per cento dell'Ama non si presenta al lavoro? Il sindaco o la televisione? Dopo la sua elezione mi lamentai con lui per alcuni piccoli cumuli di rifiuti domenicali che rovinavano Trinità dei Monti e altri luoghi simbolici del centro e lui mi assicurò con un sorriso che questo non sarebbe più accaduto.

I piccoli cumuli di ieri sono diventati i grandi cumuli di oggi». Ma che volete, Marino ha altro per la testa: «Da quando sono sindaco - si vanta per radio - ho fatto almeno 35mila km in bicicletta». Caro sindaco, si iscriva al Tour de France e lasci stare il Campidoglio.

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