Rottura in Sicilia tra i democratici e il governatore

Rottura in Sicilia tra i democratici e il governatore

È rottura, in Sicilia, tra il Pd e il governatore Rosario Crocetta. Da settimane andavano avanti le liti: da un lato il Pd critico col governo regionale, a chiedere il rimpasto; dall'altro il governatore che, arroccato, risponde picche e non lesina attacchi e insulti al partito che lo ha eletto con i «pizzini» su Facebook. Ieri la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Crocetta ha rinviato a domani il vertice di maggioranza previsto per oggi e il Pd ha annunciato: «Noi non ci saremo». Quindi, in direzione regionale, l'affondo del segretario siciliano Giuseppe Lupo, che ha proposto il ritiro dell'appoggio al governo, invitando gli assessori in giunta alle dimissioni: «Basta insulti – ha detto – non ci riconosciamo più nell'azione del governo che sta commettendo errori gravi, non siamo più vincolati al suo sostengo e saranno gli assessori che si sentono del Pd a trarne le conseguenze. Da adesso valuteremo atto per atto». Crocetta fa spallucce: «Non sarò il pupo di alcuno.

Se c'è qualcuno che mi può domare è il popolo siciliano». Al di là di eventuali dimissioni di qualche assessore, per Crocetta il vero problema sono i numeri in aula. Mollato dal Pd, e mollato anche dopo il flirt iniziale dai grillini, rischia di non avere più la maggioranza.

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