La Russa e la nuova destra «Cosa nera? No, tricolore»

L'ex ministro presenta la due giorni milanese: "Non siamo nostalgici, non rifaremo Alleanza nazionale". E lancia la scalata ai voti leghisti

Giorgia Meloni e Ignazio La Russa a Montecitorio
Giorgia Meloni e Ignazio La Russa a Montecitorio

Milano - La Cosa tricolore, la chiamiamo così perché Ignazio La Russa giura che la nuova destra «non è una Cosa nera», ha raddoppiato i suoi consensi alle amministrative ed è arrivata al 6 per cento a Roma. Ma è da Milano che vuole ripartire perché «Milano è il luogo dove tutto ciò che è politico avviene prima che altrove». La scapigliatura, il fascismo, la Lega, Mani pulite, il berlusconismo, per rimanere all'ultimo secolo. Insomma, aspettative per il futuro politicamente altissime.
Le Giornate Tricolore di Milano, organizzate oggi e domani nella piazza di Palazzo Lombardia, anche se sono due e non cinque, richiamano eventi più lontani e l'idea di un nuovo Risorgimento tricolore, in cui non è ancora chiaro chi siano gli Austriaci. Loro, quelli del Tricolore, hanno come leader Giorgia Meloni. E si chiamano La Russa, Guido Crosetto, Massimo Corsaro.
Giornate di Milano. Si riconosce anche nei simboli il primo obiettivo della battaglia: cercare di catturare i voti dei leghisti scontenti. La Russa è uno dei grandi vecchi della nuova Cosa, evoluzione del Movimento sociale diventato Movimento sociale-Destra nazionale, poi An e Pdl e Fratelli d'Italia. «Ci rivolgiamo all'elettorato della Lega, perché i leghisti sono i più orfani di punti di riferimento» dice l'ex ministro della Difesa. Riccardo De Corato, nome storico dell'ex An passato a Fratelli d'Italia, aggiunge: «L'elettorato della Lega è in scomposizione e noi abbiamo una grande attenzione al tema della sicurezza e dell'immigrazione».
Il mantra è liberali in economia, conservatori nei valori. Nella kermesse milanese è atteso un ospite aduso alle platee lumbard più ancora che del Pdl. Si chiama Giulio Tremonti, l'ex ministro dell'Economia da sempre vicino ai leghisti: anche se nato e cresciuto nel partito di Silvio Berlusconi, con il Cavaliere non ha mai avuto un rapporto facile. Lo intervisterà Gennaro Malgeri, ex direttore del Secolo d'Italia, giornalista e intellettuale della destra. E qui veniamo all'obiettivo in grande stile di La Russa, Meloni, Crosetto, Corsaro: andare «verso il nuovo centrodestra», quello che non si riconosce nel Pdl ultima maniera.
L'elenco dei possibili interessati (o almeno invitati) alla Nuova Destra ancora senza nome è lungo e significativo. Magdi Cristiano Allam e il suo «Io amo l'Italia», con il tema della tradizione religiosa. Giuseppe Cossiga, Fratelli d'Italia. E poi i Pdl orientati a destra come Galeazzo Bignami in Emilia, Giovanni Donzelli in Toscana, Pietro Laffranco in Umbria. Nel parterre l'ex An Domenico Nanìa. Andrea Ronchi, proveniente dal percorso finiano di Futuro e libertà. Francesco Storace della Destra. Invitati che non hanno ancora confermato: il Mir dell'avvocato Gianpiero Samorì e Oscar Giannino di Fermare il declino.
«Noi vogliamo essere inclusivi, confrontarci per vedere se è possibile un percorso comune» dice La Russa. Rassicura eventuali interessati all'ammucchiata di destra: «Fratelli d'Italia non vuole riedizioni del passato, non siamo nostalgici e non immaginiamo di fare una cosa nera o di rifare An, pensiamo di andare sempre avanti, di essere un laboratorio del centrodestra nazionale autonomo ma “alleabile” con Berlusconi. Una nuova formazione che si costruisce attorno alla leadership di Giorgia Meloni».
Generazione di quarantenni sul palco. «Non abbiamo invitato né Maurizio Gasparri né Altero Matteoli. Rispettiamo la loro scelta di restare nel Pdl. E poi ci rivolgiamo alla generazione successiva...» ironizza La Russa. Si trova coinvolto in un'involontaria gaffe con l'ex parlamentare Paola Frassinetti.

Azzarda: «Apprezziamo il coraggio di chi ha tentato la sfida di Fratelli d'Italia. Se anche non diventiamo parlamentari, non piangiamo». Lui però è in Parlamento. Frassinetti è rimasta fuori. Sommessamente ricorda: «Io veramente ho pianto...».

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