«Sì» al taglio dei deputati siciliani ma per il voto di ottobre non valeVia libera alla Camera

Fatta la legge gabbato lo santo, dice la saggezza popolare. E il vecchio detto mai come oggi si adatta alle prossime elezioni Regionali siciliane. Si dà il caso infatti che, dopo infiniti tira e molla la Camera abbia approvato una modifica storica dello Statuto autonomista: i consiglieri siciliani, che si chiamano deputati perché l'Assemblea regionale è equiparata al Senato, non saranno più 90 come adesso, ma 70. Bene, un bel taglio alle spese della politica, si direbbe, visto che con 20 deputati in meno si risparmierebbero 6 milioni di euro in un anno, 30 milioni ne i cinque anni di legislatura. E invece no. Perché, trattandosi di modifica dello Statuto, la norma deve avere una doppia lettura, quindi ora andrà al Senato e poi tornerà a Montecitorio. Ci vorranno dunque mesi, troppi per le poche settimane - si vota il 28 ottobre - che separano i siciliani dalle urne. E quindi nulla, la Sicilia regina degli sprechi, l'Assemblea regionale i cui dipendenti sono senza stipendio perché i soldi sono stati pignorati da un altro gruppetto di dipendenti che reclama arretrati pregressi, per i prossimi cinque anni continuerà a spendere e spandere.

Per la dieta del numero dei deputati si dovrà aspettare il 2017. Sempre che l'iter parlamentare della modifica statutaria non si blocchi per scioglimento delle Camere, perché in tal caso si dovrà rifare tutto di nuovo. Gabbato lo santo, appunto. E pure i cittadini.

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