Politica

Una saga italiana da Ottavio l'atleta a Vittorio il capitano


«Uno piu uno fa tre» ha scritto Ottavio Missoni sugli auguri di Natale del 1959. Due giorni dopo sarebbe nata Angela che ha due anni meno del fratello Luca e quattro meno di Vittorio. Al primogenito toccò in sorte l'imponente statura del padre e il viso dolce della madre oltre al fatale nome del nonno paterno che amava definirsi «capitano di mar» essendo ammiraglio e comandante della marina austriaca durante la prima guerra mondiale. Anche il Vittorio Missoni dei nostri tempi è un grande amante del mare e a suo modo un capitano: presidente dell'azienda di famiglia, siede nel consiglio d'amministrazione dal 2007 insieme con la sorella Angela e il fratello Luca. I tre fratelli hanno sicuramente consolidato la straordinaria impresa dei genitori che nel 1953 fondarono più o meno dal nulla un'azienda simbolo del Made in Italy. Lei, Rosita Jelmini, era una ragazza borghese nata e cresciuta nel Varesotto, in una famiglia che produceva inizialmente scialli, quindi biancheria per la casa. Lui, Ottavio detto Tai, era un bellissimo ragazzo nato a Ragusa (oggi Dubrovnik) in Dalmazia nel 1921 e vincitore dei 400 metri piani nel 1939 a Vienna. Due anni dopo sarebbe partito per la guerra, soldato semplice nel 65° fanteria motorizzata in Africa. Catturato dagli inglesi a El Alamein, dopo 4 anni di prigionia e 5 d'inattività sportiva torna a correre e con la Nazionale Italiana di atletica leggera partecipa alle olimpiadi di Londra del 1948. Arriva solo sesto in finale ma sotto la statua di cupido in Piccadilly Circus conosce Rosita che presto diventerà sua moglie. Insieme fondano l'azienda e cominciano una leggenda che nel mondo della moda viene chiamata «Missonologia» nome anche del bellissimo catalogo della mostra per i primi 25 anni d'attivita . A questo punto della storia Vittorio è un bel ragazzone alto e massiccio con una criniera di capelli che è sempre stata il suo orgoglio segreto. Dopo gli studi e il necessario apprendistato negli Stati Uniti, entra in azienda. Si occupa di marketing, diventa direttore commerciale e poi presidente. è un manager attento, prudente, ma anche consapevole dell'enorme potenziale del marchio Missoni. Le strategie manageriali messe a punto insieme con il fantastico apporto creativo dell'ufficio stile Interno danno ben presto i loro frutti. Nel 2011 la Missoni Spa chiude l'esercizio con un fatturato Wholesales comprensivo delle licenze di 150 milioni di euro: un bel 10 per cento in più dell'anno prima. «Vorrei che questo trend positivo cominciato nel 2009 continuasse anche nel 2012» dichiarò sei mesi fa in un'intervista economica. Insomma un uomo tranquillo con una sana e solida visione delle cose. Dalla prima moglie, Tania, ha avuto tre figli Ottavio, Giacomo e Marco. Il suo primogenito, che come lui porta il nome del nonno, sta facendo uno stage in azienda come del resto la cugina Margherita, prima figlia di Angela. Tutti gli altri studiano e passano molto tempo insieme: una banda di 9 cugini affiatatissimi. Dopo la separazione da Tania Vittorio ha ritrovato serenità accanto a Maurizia, scomparsa con lui su quel dannato volo e i due figli di primo letto di lei (Nicolò e Filippo) sono entrati a far parte di questa splendida famiglia. Qualche tempo fa gli avevamo chiesto perché non si candidasse alle prossime elezioni del presidente di Camera della moda italiana. «Non ci penso neanche - aveva risposto - ho tanto da fare per l'azienda e poi forse adesso posso anche godermi un po' la vita.

In fondo finora non ho fatto altro che lavorare e crescere i miei figli».

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