LAssociazione italiana dei produttori di bevande analcoliche parla di «tassa insensata» perché le bevande gassate in Italia contribuiscono meno del 2% allapporto calorico giornaliero, i consumi sono stagnanti da circa dieci anni e lIva è già al 21% rispetto alla media Ue del 16,5%. E fin qui la reazione negativa può apparire scontata. Ma se anche Filippo Ongaro, superesperto in alimentazione e autore del libro «Mangia che dimagrisci» scuote la testa, allora questa famigerata tassazione sulle bevande zuccherate lascia un po a desiderare.
Perché dottore secondo lei il balzello sulle bibite non servirà?
«Non risolve il problema della corretta alimentazione e finisce per danneggiare soprattutto le tasche del consumatore. Lunico suo merito è che ha suscitato un dibattito allargato sui corretti stili di vita».
Ma tutti puntano il dito su queste bevande perché contengono molte calorie e fanno ingrassare.
«Le calorie non sono un parametro unico. Ci sono effetti metabolici e molecolari che sono molto più importanti delle calorie. Nessuno colpevolizza la bibita come simbolo nefasto della nostra alimentazione, non dobbiamo criminalizzare nulla ma dobbiamo diventare più colti in fatto di alimentazione. Per esempio, i grassi idrogenati sono altrettanto dannosi dello zucchero».
E se dovesse decidere lei tasserebbe le patatine o le bibite dolci?
«Messo alle strette direi che è peggio troppo sale rispetto al troppo zucchero. E se fossi su una torre butterei già le patatine. Ma è una scelta durissima».
E allora come spiega la scelta delle bibite anziché un altro alimento spazzatura?
«Me lo chiedo anchio, perché proprio le bibite? La lista dei prodotti che danneggiano il nostro fisico è ben più ampia e lo dicono studi scientifici molto seri. Le carni processate, come prosciutti, hamburger, salsicce, favoriscono addirittura i tumori».
E quale sarebbe una tassazione giusta?
«Più che tassare io sceglierei la strada della detassazione. Bisognerebbe ridurre lIva sulla frutta e verdura. In questo modo la gente sarebbe incentivata a mangiare in modo corretto e consapevole. Le tasse servono invece solo a far cassa».
Ma il ministro Balduzzi dice che vuole usare questi soldi per fare campagne promozionali sul corretto stile di vita.
«Se ideate su metodi tradizionali saranno solo piatte, informative e avranno impatti limitati, non colpiranno la pancia della gente. Bisogna farsi aiutare dallindustria che è bravissima a vendere i prodotti: va fatto capire che il cibo buono non è sfigato ma vincente. Con una correzione moderata dello stile di vita si possono prevenire fino al 90% delle malattie degenerative».
Dunque via dalla nostra vita snack e bevande?
«Nessuno si fa male con una bibita e una merendina. Ma è molto difficile farne un consumo consapevole. Questi alimenti inducono a un consumo eccessivo, creano una forma di dipendenza perché rilasciano la dopamina. È un po come la droga e tendiamo a volerne sempre di più».
È per questo che negli Usa ci sono così tanti obesi?
«Lì bevande e alimenti spazzatura sono diventati una piaga sociale. Da noi la situazione è diversa, ma non si deve abbassare la guardia. Bisogna incentivare luso degli alimenti sani. E il resto va gestito tra le eccezioni».
Cioè patatine e bibite solo alle feste?
«Usarle raramente va bene. Ma la quotidianità devessere fatta di centrifughe di frutta, di verdura: usciamo dal concetto della dieta temporanea, impariamo a mangiar bene e quando facciamo leccezione, godiamocela».
I patiti delle bibite si chiederanno se si possono salvare almeno le bibite light.
«Lindustria ci dice di sì, ma dati neutrali ci dicono che sono più dannose di quelle zuccherate. Si usano dolcificanti sintetici che hanno impatto sul metabolismo e secondo alcune ricerche non sono innocue. E a questo punto capisco che la gente possa essere molto confusa...».
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