San Raffaele, ora il giallo delle dimissioni del rettore

Si dimette, non si dimette. Le voci si accavallano per tutta la giornata. Antonio Scala, il rettore dell'università Vita-Salute, pare in bilico. Ma alla fine resta sulla sua poltrona. Si va avanti così, anche se l'università è sotto assedio. Buona parte del corpo docente non ha gradito la sua nomina, voluta dall'associazione Monte Tabor che raccoglie i fedelissimi di don Verzè. Scala, conversando col Giornale è netto: «Io non sono il burattino di nessuno, io faccio solo il mio lavoro, anche se stanno cercando di mettermi in mezzo ad una guerra per bande». Ma intanto la facoltà di medicina, il nocciolo dell'ateneo, è sul piede di guerra: i presidenti dei vari corsi di laurea aspettano l'incontro con il ministro Francesco Profumo per un chiarimento. Le accuse sono taglienti. Scala non sarebbe all'altezza del ruolo e il suo curriculum, pure chilometrico, sarebbe inadeguato, a maggior ragione nel momento delicatissimo che l'ateneo sta vivendo: l'ospedale, spolpato dai debiti e sull'orlo della bancarotta, è entrato nell'orbita di Giuseppe Rotelli, ma formalmente le aule dell'università sono rimaste fuori dal nuovo perimetro. Così Vita-Salute diventa in qualche modo la stanza di compensazione, il luogo in cui si combattono la vecchia e la nuova gestione, il passato e il futuro.
Una situazione difficile, che suscita apprensione anche fra gli studenti. Finchè ieri nei corridoi c'è chi azzarda che Scala stia meditando il passo indietro. E si sussurra che a suggerirgli la mossa sia stato Ferruccio Fazio, suo grande amico e in qualche modo sponsor quando, da ministro della salute, gli affidò una profumata consulenza, lunga sei mesi e pagata 60 mila euro. Ai tempi del vecchio San Raffaele, insomma all'epoca di don Verzè, Fazio era responsabile del servizio di medicina nucleare e di quello di radioterapia. E in quegli anni Fazio ha trasformato le proprie competenza in un business promettente, creando diverse società nel campo della biomedicina, dunque sviluppando nuove tecnologie per curare patologie prima invincibili. In questa progressione Fazio ha coinvolto proprio Scala, chimico di lunga data, preside di medicina alla Statale prima di approdare nel 2004 al San Raffaele. Nell'aprile 2010, per esempio il ministro Fazio vola a Cefalù per inaugurare il Centro di Bioimmagini e radioterapia del nuovo polo oncologico. A riceverlo, insieme al governatore Raffaele Lombardo, c'è lui: Antonio Scala. Nelle vesti di presidente della Lato, società lanciata nel settore della diagnostica oncologica.

Il chimico e il primario di medicina nucleare sono alleati in un carosello di operazioni: i loro nomi tornano anche nella fondazione Tecnomed, nata alla Bicocca per esplorare le nuove frontiere della diagnostica. Un piccolo impero all'ombra del grande impero di don Verzè.

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