Sanatoria-pasticcio per i prof precari

Profumo vara un decreto che dà a 75mila docenti un'abilitazione, ma di serie B e senza cattedra sicura

Sanatoria-pasticcio per i prof precari

Roma - L'ultima tentazione cui ha ceduto Profumo? L'immancabile sanatoria con riserva che scontenta tutti: chi la voleva e chi non la voleva. Il ministro dell'Istruzione arricchisce di un nuovo appassionante capitolo la tragica telenovela dei precari della scuola, un'epopea degna de Les Miserables dove gli insegnanti precari vengono prima illusi poi bistrattati poi di nuovo illusi. Di solito prima di dar loro la mazzata finale, ovvero l'arrivo all'età della pensione da precario.
In articulo mortis del governo Monti Profumo ha firmato il decreto sul Tfa speciale. Già grazie al termine speciale si capisce che è un Tfa diverso da quello ordinario, voluto dall'ex ministro Mariastella Gelmini dopo il blocco delle Ssis, le scuole di specializzazione, nel tentativo di fare un minimo di programmazione evitando la creazione di nuovo precariato: ovvero tanti abilitati in previsione di tanti posti di lavoro disponibili. Il Tirocinio formativo attivo è necessario per ottenere l'abilitazione: si fa un test di accesso selettivo e si frequenta un anno di corso teorico-pratico in un Ateneo. Una volta ottenuta l'abilitazione poi il docente dovrebbe, in teoria, sostenere un concorso (sempre che vengano banditi) per l'immissione in ruolo, ovvero per l'agognatissima cattedra. Il Tfa ordinario avviato nel luglio scorso ha lasciato fuori migliaia di docenti che non hanno superato la selezione o non l'hanno neppure tentata. Non solo. I test di ammissione per il Tfa ordinario sono stati travolti dalle polemiche perchè pieni di strafalcioni. Ne sono conseguite durissime prese di posizione sindacali che hanno alla fine prodotto come risultato l'indizione del Tfa speciale che coinvolgerà circa 75.000 precari non abilitati in servizio da almeno tre anni, che quindi andranno ad aggiungersi agli altri ma con regole diverse come spiega Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief.
«Si tratta di un percorso di serie B perchè i precari otterranno un'abilitazione incompleta -spiega Pacifico- Non potranno infatti inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento, ovvero non potranno mettersi in lista d'attesa per aspirare alle supplenze annuali e alle immissioni in ruolo». Al contrario invece di quelli che stanno seguendo la strada del Tfa ordinario. L'altra discriminazione messa in evidenza da Pacifico riguarda l'introduzione di un test di ingresso non selettivo che peserà sul voto per il 35 per cento. «Questa cervellotica soluzione è stata introdotta chiaramente per spalmare gli abilitati negli anni e poteva essere evitata -insiste Pacifico- Anche perchè comporterà sicuramente ulteriori costi inutili». Allora perchè sono infuriati anche quelli già ammessi al Tf ordinario? Ma perchè quelli per entrare hanno sostenuto una prova selettiva eliminata dal Tfa speciale per accedere al quale è previsto il criterio di servizio di tre anni. Questi possono giustamente indignarsi e chiedersi dove va a finire il merito. Attenzione a non dimenticare poi che è in corso pure il famoso Concorsone che interviene sempre nel mare magnum del precariato. Un ulteriore motivo di discriminazione tra quelli che hanno ottenuto una cattedra venendo semplicemente pescati dalle graduatorie ad esaurimento e quelli che invece avranno superato il concorso.

Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, ribadisce la necessità di superare un sistema «che fa acqua da tutte le parti» puntando anche il dito sui costi che deve sostenere l'aspirante insegnante laureato per il Tfa, migliaia di euro. Su tutta l'intricata vicenda del precariato pesa la direttiva europea che prevede la stabilizzazione di tutti precari che hanno svolto almeno tre anni di servizio. Direttiva che, prima o poi, si dovrà rispettare.

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