La sanitopoli pugliese si abbatte su Pd e Sel

La sanitopoli pugliese si abbatte su Pd e Sel

RomaCon le feste arriva una brutta strenna per il Poeta della politica, Nichi Vendola. Il suo vice nella prima giunta regionale pugliese, Sandro Frisullo, alla vigilia di Natale è stato condannato con rito abbreviato dal gup di Bari Alessandra Piliego a due anni e otto mesi di reclusione per associazione per delinquere, turbativa d'asta e abuso d'ufficio.
La sentenza contro l'esponente del Pd, ed ex braccio destro del leader di Sel, deflagra sotto l'albero e non può che minare ancora l'immagine di Vendola come amministratore. Il suo primo mandato da presidente della giunta era stato già travolto dalle indagini giudiziarie. Inchieste che nel 2009 hanno colpito il suo assessore alla Sanità, Alberto Tedesco, e il suo vice, Frisullo, e in tempi più recenti hanno investito lo stesso Vendola, assolto a fine ottobre dall'accusa di aver «sponsorizzato» la nomina di un primario all'ospedale San Paolo di Bari, ma ancora indagato, insieme al successore di Tedesco, Tommaso Fiore, per una transazione tra la regione e l'ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti. Dopo le inchieste, come sempre lunghissime, ora le sentenze certificano i dubbi sulla bontà di quell'esperienza di governo, che pure per l'uomo di Sel, rieletto per il secondo mandato, è stata (ed è tuttora) un trampolino di lancio per tentare di proporsi come leader di tutto il centrosinistra, candidandosi da terzo incomodo alle primarie poi vinte da Bersani. Frisullo, che Vendola aveva provveduto a silurare nel 2009, alle prime voci di indagini in corso, riservandogli lo stesso trattamento dell'ex assessore Tedesco, era stato tirato in ballo nelle indagini pugliesi sulla malasanità dalle dichiarazioni di Giampaolo Tarantini. Il «re delle protesi» di Puglia aveva messo a verbale con i magistrati baresi tutti i favori, i regali, le dazioni di denaro e le tre escort che sosteneva di aver fornito tra il 2007 e il 2009 al politico del Pd, conosciuto attraverso l'imprenditore dalemiano De Santis: «Pensai di sfruttare l'opportunità rappresentata dal fatto che lui era assessore alle Infrastrutture e vicepresidente della giunta regionale, chiedendogli alcuni piaceri in cambio di denaro, cosa che effettivamente avvenne», raccontò tra l'altro Tarantini ai pm della procura pugliese. Le «attenzioni» dunque, secondo Tarantini, erano finalizzate a conquistare un canale preferenziale per il suo business nella Sanità pugliese, in particolare alla Asl di Lecce. Ma il gup ha fatto cadere sia le accuse di corruzione che il millantato credito, e non ha concesso a Tarantini - condannato a 4 anni e tre mesi - le attenuanti generiche, riconosciute invece all'ex vice di Vendola, per il quale la procura aveva chiesto 6 anni di reclusione. Ha tenuto, invece, il resto dell'impianto accusatorio della procura, e infatti Frisullo è stato comunque condannato perché, dalla sua poltrona alla Regione, avrebbe lavorato per favorire le aziende di Giampi Tarantini.
L'ex vice del governatore era stato arrestato a marzo di due anni fa, e dopo un mese dietro le sbarre e tre ai domiciliari, era tornato libero in attesa del processo, iniziato a marzo scorso.

Prima della sentenza, Frisullo ha reso dichiarazioni spontanee, sostenendo di non aver «mai preso denaro per favorire qualcuno», e respingendo la «raffigurazione deformata che si fa della mia personalità tratteggiandomi come un delinquente», mentre il suo avvocato, Michele Laforgia, ha già annunciato che impugnerà una sentenza «incomprensibile».

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