nostro inviato a Sanremo
Una coppia di ragazzi gay che rivendica il diritto di sposarsi (e lo faranno per San Valentino a New York). Maurizio Crozza che cala con tutto il suo patrimonio politico sul palco. E l'Armata rossa, quella vera, che canterà nel tempio della canzonetta. Ma per Fabio Fazio tutto questo non ricade sotto la dizione «Festival dell'Unità», anzi secondo lui «sarà un Festival dove avrà grande importanza la musica contemporanea» e si affronteranno temi che riguardano la vita di tutti, «di cui si parla a livello internazionale». E soprattutto il presentatore rivendica di non «fare un uso strumentale della televisione». Peccato, però, che i temi e gli ospiti sembrano scelti apposta per creare polemiche e far imbufalire quella parte degli spettatori molti sensibili a certe tematiche, soprattutto a una settimana dalle elezioni. Ma Fazio, nella conferenza stampa di inaugurazione del Festival che comincia stasera, cerca di volarci sopra, di risolvere tutto con qualche battuta spiritosa. E se da Roma arrivano le dichiarazioni di Berlusconi, intervistato a Unomattina, «se il festival della canzone italiana diventerà il festival dell'Unità sono certo che il 50 per cento degli italiani non pagherebbe più il canone», la replica è pronta: «Dite a Berlusconi che c'è tempo fino al 28 febbraio per pagare il canone, con una piccola sovrattassa». E alle successive parole, sempre dell'ex premier, che ribadisce che a suo parere la kermesse avrebbe dovuto essere spostata dopo le elezioni, Fazio e Littizzetto ribattono «Adesso diranno che pure le dimissioni del Papa sono colpa nostra». Comunque sia impostato questo Sanremo, l'ex premier ci verrebbe di corsa: «se mi invitassero potrei anche portare una mia canzone e cantarla». E non scherza. Del resto domani sarà relegato su Raidue in una triste «conferenza stampa» prevista dalla par condicio mentre tutto il pubblico sarà sintonizzato su Raiuno (stasera tocca a Monti).
Insomma da una parte, a parole, i presentatori e i dirigenti di Raiuno fanno di tutto per ribadire che questo è un Festival normale, che dà spazio a tutti, nei fatti però si pone l'accento su argomenti cari alla sinistra. Come il dibattito sul matrimonio tra le coppie omosessuali che per la parte più tradizionale del nostro Paese è un argomento quasi tabù. E invece si è voluto aprire il Festival portando nella prima serata Stefano e Federico, fidanzati dal 2002, diventati famosi sul sito di Repubblica per un video in cui raccontano in 60 cartelli, senza mai parlare, la loro storia d'amore e la decisione di sposarsi negli States come testimonianza e rivendicazione dei diritti. «L'argomento sarà trattato in maniera molto delicata», assicurano i presentatori. Però i due, in un'intervista, lasciano intendere che ci potrebbe essere anche un bel bacio finale. E poi la politica pura arriverà con Crozza, lui sì super partes: se la prenderà con tutti quanti, da destra a sinistra, da Berlusconi a Ingroia, ma non si può certo sostenere che questa operazione non abbia una chiara connotazione politica. E chissà che Crozza non si lasci andare pure a qualche battuta sul Papa dimissionario, lui che quando osò imitarlo sollevò un tale polverone che fece il giro del mondo.
E così, mentre all'Ariston i cantanti provano sperando di tornare al centro dell'attenzione di un festival canoro, tutto intorno si alimentano le polemiche. L'ex ministro Renato Brunetta ha ribadito che denuncerà la Rai alla Corte dei conti perché non pubblica on line i cachet degli artisti e dei presentatori come invece previsto da una legge del 2007.
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