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Santanchè: "Serve un partito forte che argini Renzi"

La deputata di Forza Italia: "Il premier vuole i nostri voti". Su Berlusconi: "Il 10 aprile sarà un giorno drammatico per la democrazia"

Santanchè: "Serve un partito forte che argini Renzi"

"Bisogna dire con chiarezza alla nostra gente che Renzi è come il pifferaio magico: suona, si fa seguire dai topi e li porta ad annegare nel laghetto". Lo ha detto Daniela Santanchè in un'intervista a LaRepubblica.

"Non metto in discussione il patto siglato da Berlusconi", aggiunge la deputata di Forza Italia, "È Renzi che lo sta mettendo in discussione. Se l'Italicum era l'emergenza, perché lo rimanda? Mantenga fede agli impegni. Non è che ci rincoglionisce". E sul premier Matteo Renzi spiega: "Il vero problema è che sta blandendo Forza Italia. Ha bisogno di noi. Ci coinvolge non perché gli siamo simpatici, ma perché punta ai nostri nove milioni di elettori. Tutti dicono Renzi ci piace, Renzi è bravo. Non è bravo, è un nostro avversario e fa cose di sinistra. E noi siamo all'opposizione. Renzi usa ingredienti liberali che ci piacciono, ma poi confeziona una torta di sinistra. Un esempio? Le Province. Dice di abolirle, in realtà le trasforma in Province rosse e non elette. Come il Senato rosso, al quale dobbiamo dire no".

E sul futuro del partito sottolinea: "Forza Italia deve essere forte per vincere le Europee, del resto me ne frega nulla. È giusta l'intuizione di Berlusconi sui club, ma è altrettanto importante un partito forte che impedisca a Renzi di fare il cavolo che vuole. Non serve un movimento politico che dica signorsì al premier".

Sulle condizioni di Berlusconi e sul fuorionda di Giovanni Toti e Mariastella Gelmini, la Santanché commente: "A me non piacciono le cose rubate. Non posso dar loro peso perché è contro la mia mentalità. Sono come le intercettazioni. Berlusconi sta benissimo! Piuttosto, è in atto il quinto colpo di Stato. Perché, lo ricordo, Renzi non è stato eletto".

Sulla data del 10 aprile, quando saranno decisi i domiciliari o i servizi sociali per Silvio Berlusconi, aggiunge: "Il 10 aprile non è come altri, è un giorno drammatico per la democrazia. Avrei voluto vivere quel giorno diversamente da come me lo fanno vivere.

Per me sarebbe valso una rivoluzione: non è mai troppo quando si parla di libertà".

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