La sapete l’ultima ecoballa? Lo smog ci rende tutti femmine

L’ennesimo allarme scientifico dal sapore ecologista: l’inquinamento minaccia persino la virilità. Coccodrilli e gabbiani sempre più ermafroditi. Sugli uomini non c’è alcuna prova, ma c’è chi ci crede per ideologia

La sapete l’ultima ecoballa?  
Lo smog ci rende tutti femmine

Aiuto, mi si sta accorciando il pene del coccodrillo! Se siete sopravvissuti alla maledizione del nucleare, se i mutamenti climatici vi sembrano nell’ordine della storia, se nessuna delle teorie complottiste vi ha corrotto, se continuate a credere che da Pearl Harbor all’11 settembre non siano stati gli americani a prefabbricarsi attacchi e stragi, se pensate perfino che la crisi economica si aggiusterà e non sprofonderemo nella depressione sull’esempio del 1929, se le domeniche ecologiche vi sono sembrate sempre una boiata pazzesca, se neanche l’ultimo allarme diossina vi distoglie dalla salsiccina, anche perché in fondo la fiorentina ve la siete mangiata anche in era di proibizionismo, se insomma appartenete all’inguaribile categoria di ottimisti crapuloni della vita, quelli che si ribellano agli asceti disfattisti, sappiate che la vostra resistenza è finita.

Lo smog minaccia infatti il potere della virilità, gli agenti chimici rimpiccioliscono peni, bloccano testicoli, accorciano tragicamente distanze fra ano e genitali. Ciao ciao maschi, e mal venuta femmina, che sei evidentemente portatrice di tutti i mali, per questo plastica e pesticidi non ti attaccano, anzi ti fanno bella.

Non credano i lettori che qui si stia delirando, almeno non più del solito. A delirare davvero è stato il solito britannico Independent, che si è fatto volentieri voce, anzi eco, dell’allarme lanciato dalla ChemTrust, un’associazione nata per denunciare l’inquinamento chimico, o per dirla brutalmente, una lobby di estremisti ambientalisti. La quale ha messo insieme più di 250 studi, effettuati in tutto il mondo, li ha mescolati senza regole, comparazioni di dati e tabelle in modo compatibile e congruo, e ne ha tratto un bel rapporto da incubo millenarista, mescolando qualsiasi tipo di specie animale con l’uomo. L’Independent ha doverosamente pubblicato, qualche giornale italiano ha ripreso e riportato, Repubblica ha sparato che «Cambia la natura del maschio», e che «il potere ora è femmina», laddove non si capisce dove finisca l’analisi scientifica e cominci quella misogina, sia pur col marchio del progressismo radical chic Doc.

Succede così che veniamo travolti da un elenco smisurato di daini senza testicoli, pesci maschi che ovulano senza vergogna, orsi scandalosamente ermafroditi, alligatori con il pene sempre più piccolo, anche se i dentini resistono, orche e balene con pochi spermatozoi. Sintomi preoccupanti di femminilizzazione sono riscontrabili nei gabbiani e nei falchi pellegrini, non capiamo se la cosa sia percepibile dalla frequenza e dalla vezzosità del battito di ali. La cosa più tremenda avviene nelle acque fognarie del sud dell’Inghilterra: laggiù gli uccelli contaminati con ormoni femminili subiscono tali mutazioni cerebrali che non la finiscono più di cantare.

Dice il professor Lou Gillette, della Florida University, uno degli scienziati coinvolti, e mai termine fu più appropriato, nello studio, che «se vediamo problemi di questi tipo negli animali selvatici, dobbiamo preoccuparci seriamente che qualcosa di simile stia accadendo a una rilevante proporzione di uomini».

La dichiarazione lascia chiaramente intendere che prove sugli uomini non ve ne siano, perlomeno non ancora, ma questo conta poco per la ChemTrust, per l’Independent e anche per la Repubblica. Veniamo infatti informati che, secondo la Erasmus University di Rotterdam, i bambini nati da madri esposte ad agenti chimici come il Pcb, sono cresciuti in maniera terribile, vogliono giocare con le bambole invece che con giocattoli da maschio. Qui si capisce come agli agenti chimici e ai pesticidi si possa finalmente imputare la responsabilità totale dell’omosessualità.

Infine, ed è la notizia più scoraggiante, comunità contagiate da pesticidi in Canada, Russia e in Italia, non si sa bene dove, e sarebbe utile per tenersi lontani da certi posti, hanno visto nascere un numero di femmine doppio di quello dei maschi. E dire che un tempo si cominciava a pensare «speriamo che sia femmina».

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