La scalata della leghista Minasi, prima senatrice della storia di Reggio Calabria

Da assessore a senatrice, quella di Tilde Minasi è una vita all'insegna della politica. L'avvocato si fa strada nel Carroccio e approda in Parlamento per portare avanti le battaglie sul Sud e sulla giustizia

La scalata della leghista Minasi, prima senatrice della storia di Reggio Calabria

Assessore, consigliere regionale, senatrice: una vita all'insegna della politica. È il caso di dirlo: per Tilde Minasi è una vocazione naturale che la porta a rendersi protagonista di una vera e propria scalata. Senza dubbio non è facile riuscire a farsi strada, ma lei ce la fa e - tra un'insidia e l'altra - diventa la prima senatrice della storia di Reggio Calabria. Con quale partito? Con la Lega di Matteo Salvini. Rompe così la narrazione secondo cui il Carroccio sarebbe da considerare un partito che guarda solamente al Nord.

Nata a Reggio Calabria il 24 luglio 1960, Minasi inizia a muovere i suoi primi passi nel mondo della politica all'interno della galassia del Movimento sociale italiano. Nel 1985 ottiene la laurea in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Messina. Gli studi le consentono di portare avanti una serie di attività professionali che nel tempo arricchiscono la propria formazione e, tra le altre cose, le permettono di effettuare il proprio ingresso in Parlamento.

Dal 1999 al 2000 è consulente giuridico per la Regione Calabria in qualità di esperto giuridico; da luglio 2002 ad aprile 2011 è assessore con delega alle Politiche sociali, della Famiglia e Sanità al Comune di Reggio Calabria; dal 2003 al 2005 è componente del Comitato tecnico-scientifico al ministero del Welfare; da giugno 2011 a ottobre 2012 è assessore con delega alle Politiche ambientali e Pari opportunità al Comune di Reggio Calabria. Ad aprile 2013 arriva un altro salto importante: fino a dicembre 2014 è consigliere regionale al Consiglio regionale della Calabria.

Nel suo destino c'è la politica. La scopre per caso e solamente dopo aver partecipato alle sue prime elezioni amministrative nel 2002. Decide di accettare la richiesta di candidarsi dopo essere stata per anni dietro le quinte per sostenere Peppe Scopelliti, un suo amico di sempre. Il risultato è sopra le aspettative e subito dopo viene nominata assessore alle Politiche sociali. "È iniziata così, ma occuparmi di quel settore mi ha fatto innamorare della politica, che oggi, che son sola e ho i miei figli lontani, è diventata la mia ragione di vita", spiega.

Nessuna sgomitata all'interno della Lega: "Non ho mai avuto problemi, anche ad avere una candidatura". Non a caso se la gioca a viso aperto con avversari "di grossissimo calibro", convinta che la sua forza sia la visione della politica da non intendere come fonte di reddito. La senatrice del Carroccio rifiuta l'idea delle quote rosa, respingendo al mittente tutte le corsie preferenziali: "Il fatto di essere donna non mi ha comportato particolari difficoltà. Per me è il merito che deve valere, non l'appartenenza a un genere".

Il fatto di essere la prima senatrice della storia di Reggio Calabria fa un certo effetto: la definisce "una cosa importante", anche perché il territorio ha atteso molti anni prima di eleggere a Palazzo Madama una donna "che comunque può dare forse qualcosa in più". Ringrazia Matteo Salvini per aver sempre creduto in lei e per averle conferito l'opportunità di una candidatura di peso come quella delle ultime elezioni.

Non mancano parole di stima per il segretario della Lega, con cui può vantare un rapporto "splendido" e di perfetta sintonia: "Lo stimo molto, è una persona concreta, operativa, e ci somigliamo tanto da questo punto di vista". Sottolinea che anche grazie a Salvini si è arrivati a una forte presenza della Lega sui territori del Sud: "La Lega si è profondamente trasformata, sta in mezzo alla gente e lavora per la gente, riempiendo gli spazi che, da sempre, si dicevano riservati alla sinistra".

Sente il peso di rappresentare il Mezzogiorno, indicando nella viabilità e nel lavoro le priorità da portare avanti. Vuole far sì che la Calabria sia ricordata per storia, cultura, bellezze e tradizioni piuttosto che per gli aspetti negativi: "Il mio sogno è che si possa finalmente affrancare dall'immagine negativa e recuperare, agli occhi del mondo, le sue radici gloriose e la sua pienezza".

A gennaio 2020 è capogruppo della Lega Calabria. L'anno successivo la Calabria torna alle urne dopo la morte del presidente Jole Santelli. Di lei ha un ricordo assolutamente positivo, visto il rapporto antico e un'amicizia consolidata nel tempo: "Eravamo due donne calabresi, entrambe appassionate della nostra terra e dedite alla politica. Ho, dunque, il ricordo di una donna speciale, operativa, fattiva, ed è molto bello che sia stata lei la prima donna governatrice della Regione. La Calabria ha perso tanto con la sua scomparsa, se avesse avuto il tempo avrebbe potuto davvero fare grandi cose per i calabresi".

Il 2 dicembre 2021 la Giunta delle elezioni del Senato decreta il suo subentro al Senato al posto del defunto Paolo Saviane. In quel momento prova un mix di sensazioni "incredibili". In quattro giorni diventa prima assessore esterno alla Regione e poi senatrice: il lunedì viene nominata in Giunta regionale e giovedì arriva la notizia sul suo subentro a Palazzo Madama. "Non mi ero ancora ripresa dall'emozione della nomina come assessore, che mi è arrivata un'altra fortissima emozione". Anche se poi rinuncia al Senato preferendo restare sul territorio: "Ho sentito che in quel momento il territorio avesse più bisogno del mio lavoro in assessorato".

Non solo politica: Minasi dal 1986 è avvocato titolare studio legale (contenzioso civile e amministrativo e consulenza professionale per società di capitali ed enti pubblici). Dal 1989 è iscritta all'albo dei Procuratori legali presso il Tribunale di Reggio Calabria. Le sue battaglie nell'ambito della giustizia seguono la linea dei quesiti referendari dello scorso anno, a partire dalla separazione delle carriere dei magistrati che reputa "assolutamente indispensabile".

C'è anche un altro tema a cui tiene particolarmente: la protezione delle donne. A tal proposito sottolinea che gli interventi effettuati in questi mesi sono doverosi, ma al tempo stesso fa notare che bisogna garantire la certezza della pena per assicurare sicurezza e credibilità: "Le donne, come qualunque cittadino, hanno ancora spesso paura a denunciare perché non ricevono risposte adeguate, non c'è certezza della pena per i responsabili.

Anche se voglio sottolineare che ciò che serve non è solo la repressione ma anche e soprattutto la prevenzione, una cultura e mentalità diverse, e ciò vale sia nel caso della condizione della donna sia - in generale - in tema di legalità".

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