Padre Giancarlo Bossi, il missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) che nel 2007 era stato rapito a Mindanao, nelle Filippine, è morto la scorsa notte nella clinica Humanitas, di Milano. Aveva 62 anni. Da oltre un anno - aveva sviluppato un tumore ai polmoni. Chiamato dagli amici col nomignolo di «gigante buono» per la sua statura, padre Bossi era divenuto noto in tutta Italia e nel mondo quando fu rapito da un gruppo di miliziani musulmani nelle Filippine, il 10 giugno del 2007. Anche Benedetto XVI aveva fatto un appello ai rapitori e pregato per lui. Il 19 luglio venne liberato, grazie anche alla collaborazione del governo italiano e di quello filippino.Tornato in Italia dopo il suo sequestro, Padre Bossi ebbe la possibilità di incontrare il Papa durante il raduno dei giovani italiani a Loreto. Qui diede la sua testimonianza sul modo in cui visse i quasi 40 giorni insieme ai suoi rapitori, musulmani fuoriusciti dal Milf (Moro Islamic Liberation Front), che comunque padre Bossi ha sempre difeso, dicendo di essere stato «trattato bene» e di aver «pregato per loro».
Nel gennaio 2008 era ritornato nelle Filippine e avrebbe voluto andare di nuovo a Payao (Mindanao), dov'era stato rapito: i vescovi però lo frenarono e lui si stabilìo a Paranaque (Metro Manila) per un anno; poi si spostò nella missione di Mindoro Occidentale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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