Roma - La decisione del governo di presentare una disegno di legge cambierà i tempi dell’entrata in vigore della riforma sul lavoro? «In linea di principio sì - spiega Gaetano Quagliariello, vicepresidente del Pdl alla Camera -. Il decreto legge sarebbe entrato subito in vigore, obbligando il parlamento a convertirlo entro 60 giorni».
Così, invece, i tempi potrebbero allungarsi visto che il testo di Palazzo Chigi dovrà sottoporsi alla doppia lettura. Il governo ha evitato comunque altre due vie: il voto di fiducia sul testo e la richiesta di una legge delega. Nel primo caso, infatti, rischiava la spaccatura in Aula delle forze che lo sostengono. Nel secondo ci sarebbe stato il dubbio su quanto tempo avrebbe concesso il Parlamento nella legge delega per confezionare il decreto legislativo.
Stando così le cose, è difficile fare previsioni. «A essere ottimisti - aggiunge Quagliariello - possiamo pensare a un paio di mesi per la promulgazione. Ma ci deve essere la buona volontà di tutti». Dopo il «gesto» distensivo di Monti nei confronti dell’ala dura del Pd, si è però incrinato il fronte della grande alleanza. E sono in molti nel Pdl ad aspettarsi gesti altrettanto «distensivi» da parte del governo nei confronti di futuri provvedimenti cari al partito di Alfano.
«È chiaro che questa materia - aggiunge il parlamentare - aveva i requisiti di necessità e urgenza richiesti per un decreto legge. La scelta di Monti segna un significativo precedente e obbliga tutti noi, e questo è un bene, ad essere più vigili nella discussione in aula e il più chiari possibile nello spiegare all’opinione pubblica le ragioni di ogni voto».
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