Sciopero, l'altolà di Salvini ai sindacati: "Non possono bloccare il Paese"

"Sciopero sì, ma senza bloccare giorno e notte l'Italia". Il vicepremier avverte i sindacati in vista della mobilitazione del 15 dicembre prossimo. Torna l'ipotesi precettazione

Sciopero, l'altolà di Salvini ai sindacati: "Non possono bloccare il Paese"
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Matteo Salvini ha avvertito sin da ora i sindacati: "Sciopero sì, ma senza bloccare giorno e notte l'intero Paese". Per il ministro, infatti, il rischio da scongiurare è che una minoranza (se pur chiassosa) fermi l'Italia, peraltro in un periodo di particolari spostamenti come quello pre-natalizio. Con l'avvicinarsi del 15 dicembre, giorno della mobilitazione indetta da Usb, Cobas, Sgb, Cub Trasporti e Adl, l'esponente di governo ha ribadito la stessa linea adottata in occasione dell'iniziativa sindacale del 17 novembre scorso, quando le resistenze di Cgil e Uil costrinsero il titolare di Trasporti a far scattare la precettazione.

"Mi sto occupando del diritto alla mobilità. Penso allo sciopero che una minoranza di sigle ha indetto per venerdì prossimo per 24 ore per tutto il Paese in tutto il trasporto pubblico locale", ha affermato Salvini durante l'odierna assemblea di Confesercenti, riferendosi proprio allo sciopero in programma tra poco più di una settimana. "Ovviamente - ha aggiunto il vicepremier - non voglio ledere il diritto allo sciopero, ma devo garantire anche il diritto al lavoro, alla salute e alla mobilità per 20 milioni di italiani che ogni giorno prendono i mezzi pubblici. Diritto allo sciopero sì, ma senza bloccare giorno e notte l'intero Paese". Parole che risuonano come un vero e proprio altoltà ai sindacati.

Scioperare è infatti un diritto, ma lo è anche poter muoversi liberamente e senza spostamenti e trasporti vengano impediti da una mobilitazione a oltranza. Già nelle scorse settimane, Salvini aveva lanciato un primo monito alle sigle coinvolte nelle proteste e anche ieri all'assemblea di Confimi aveva ribadito il concetto: "Chiedere aumenti salariali per gli autisti è sacrosanto, però gli italiani non possono rimanere a piedi due volte al mese, se vuoi rivendicare aumenti è giusto farlo ma lo fai per alcune ore, se metti sul tavolo uno sciopero di 24 ore guarda caso sempre lunedì e venerdì, allora no", aveva bacchettato. Spiegando così di dover tutelare tutti i cittadini, il ministro aveva indirettamente fatto capire come l'ipotesi della precettazione per ridurre la durata dello sciopero sia sempre percorribile.

E stamani, intervenendo davanti alla platea di Confesercenti, Salvini ha rifilato un'altra stoccata ai sindacati proprio su un loro cavallo di battaglia recente: quello sul salario minimo. "Sul salario parlo a lavoratrici e lavoratori che spesso e volentieri rinunciano a fine mese al loro stipendio per pagare i loro dipendenti e i loro collaboratori, quindi parlare di salario minimo penso che sia irrispettoso di un privato che produce lavoro e ricchezza", ha detto il vicepremier e ministro.

E ancora: "Imporre per norma, calando dall'alto burocraticamente un salario minimo orario significa mettere in difficoltà tantissimi commercianti, artigiani e piccole imprenditori e per assurdo portare indietro i dipendenti che in Italia sono coperti da contratti collettivi nazionali nel 97% dei casi quasi sempre superiori a quanto previsto da qualcuno con il salario minimo".

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