Scontro fra un tir e un treno Una ferroviera in fin di vita

Scontro fra un tir e un treno Una ferroviera in fin di vita

La circolazione dei treni fra Brescia e Iseo è tornata regolare ieri pomeriggio poco prima delle 15. Ma le conseguenze dell’incidente che si era verificato poco dopo le 8 del mattino al passaggio a livello di Corte Franca sono state molto gravi. L’urto fra il treno Brescia-Breno e il camion che sarebbe rimasto bloccato sui binari dalle sbarre ormai abbassate ha provocato 20 feriti, dei quali due in gravi condizioni: il conducente del tir e la capotreno del convoglio. Entrambi sono stati trasportati in codice rosso all’ospedale Civile di Brescia, mentre gli altri feriti - 12 in codice giallo e 6 in codice verde - sono stati smistati nelle strutture sanitarie più vicine, dai quali sono stati dimessi nel pomeriggio con prognosi dai tre ai dieci giorni.
Nell’urto la capotreno Roberta Rolandi, 44 anni, ha riportato traumi all’addome, al torace e alla colonna vertebrale e al momento del ricovero non era cosciente. Lotta fra la vita e la morte e i medici del Civile si sono riservati la prognosi. La sorte ha voluto che al momento dello schianto si trovasse proprio nella cabina di guida, alla destra del macchinista, e non tra i passeggeri a controllare i biglietti. Quello stesso destino che aveva portato via il marito della donna, ferroviere morto sulla stessa linea il 30 dicembre 1996, quando due convogli si scontrarono frontalmente.
Meno gravi le condizioni del camionista, 56enne, che resta anch’egli in prognosi riservata.
Il treno numero 18 di Trenord era partito dalla stazione di Brescia alle 7.58 alla volta di Breno in alta Valcamonica. Il camion, di una ditta di Travagliato, nel Bresciano, si stava dirigendo verso il centro di Corte Franca con il suo carico di terra. Le loro strade si sono incrociate a Borgonato di Corte Franca, in Franciacorta, e l’impatto è stato devastante: sventrati la parte iniziale della motrice e l’abitacolo del tir, il cui cassone ha anche colpito il fianco della carrozza. Quanto alla dinamica, appare chiara, anche se la parola definitiva dovrà essere pronunciata solo alla conclusione delle indagini. Sembra che il camionista abbia tentato di attraversare il passaggio a livello nonostante le luci rosse di stop fossero accese e le sbarre avessero già cominciato ad abbassarsi. In quel punto, però, sono un po’ infossati e il camion sarebbe stato costretto a rallentare, rimanendo bloccato fra le due barriere abbassate. A questo punto l’uomo sarebbe sceso dal mezzo per chiedere al casellante di alzare le sbarre, per poi risalire. Ma era troppo tardi. «Se il camion avesse proseguito e avesse abbattuto le sbarre - ha detto Giuseppe Bienuz, amministratore delegato di Trenord - a 870 metri di distanza il segnale per il treno sarebbe diventato rosso e il convoglio avrebbe avuto il tempo di fermarsi. Viaggiava a 64 chilometri orari, al di sotto del limite degli 80 di quel tratto, ma i freni d’emergenza non sono bastati a evitare l’impatto».


Sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo negli ultimi anni sono stati eliminati 60 passaggi a livello e altri 117 sono stati messi in sicurezza. «Il comportamento irresponsabile di una persona - ha detto Biesuz - ci riporta indietro a fantasmi del passato».

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