nostro inviato a Orbetello (Gr)
Una scorta a quattro stelle. Non c'è solo l'hotel «I Presìdi» che a Orbetello ha avuto l'onore e il piacere di ospitare gli uomini della scorta di Gianfranco Fini. In passato, e almeno fino alla primavera di quest'anno, i bodyguard del presidente della Camera avevano occupato un po' di stanze anche nel miglior albergo della esclusiva località maremmana, il «San Biagio Relais», un quattro stelle ospitato in un antico edificio del centro storico, ristrutturato con gusto e arredato con mobili d'epoca.
In questo momento l'hotel non ha ospiti «istituzionali», solo normali turisti, e anche se lo staff declina comunque, con cortesia ma con decisione, qualsiasi richiesta di ulteriori dettagli sul business delle stanze agli agenti, nessuno può smentire la presenza passata delle scorte. Quella di Fini, nella solita formazione sovradimensionata 8 o 9 uomini che sarebbe venuta qui pure in occasione di weekend fuori stagione - e anche quella dell'ex premier Giuliano Amato, limitata a due, tre agenti, che qui a Orbetello alcuni ricordano «più discreta», almeno in anni recenti. Ma basta spostarsi sul corso, nel cuore del centro storico, perché anche sull'ex premier qualcuno rispolveri aneddoti ben più datati sulla «corte» di bodyguard che lo accompagnava fino ai tavoli della sua trattoria preferita negli anni '90.
Ora che è saltato fuori un nuovo hotel addetto alla sistemazione logistica degli uomini responsabili della sicurezza di Fini, anche i calcoli sui soldi pubblici spesi per l'alloggio alla scorta dell'ex presidente di An vanno rivisti. Quasi certamente al rialzo, considerato che la tariffa di una camera nel lussuoso Relais San Biagio, in alta stagione, è sui 240 euro, ossia più o meno il doppio rispetto ai listini dell'hotel I Presìdi, le cui camere si attestano tra i 120 e i 140 euro a notte (anche se le 9 stanze per la scorta di Fini costano «solo» 720 euro al giorno, 80 l'una, anche perché prenotate per ben due mesi consecutivi). Al San Biagio, sul prezzo non si sbottonano. E anzi, ricordano che della questione si era occupato l'ex direttore dell'albergo. Che ora, curiosamente, si è trasferito proprio all'altro relais, I Presìdi, dove l'hanno seguito anche i clienti spesati dal Viminale.
Insomma, l'affaire della scorta di Fini si fa più complesso, anche se il punto centrale resta il solito: perché prenotare nove stanze quando tra turni alterni non sono quasi mai nove gli agenti impegnati contemporaneamente nel servizio di protezione? E perché, soprattutto, sistemarli in alberghi a tre e a quattro stelle quando ci sono le foresterie di caserme e questure che avrebbero potuto garantire un alloggio forse non altrettanto pittoresco ma certamente meno dispendioso per l'Erario?
In più, sembra che ai due mesi estivi di «occupazione alberghiera» da parte della scorta di cui si è parlato finora vadano aggiunti soggiorni «invernali», sempre in hotel, la cui durata al momento non è dato conoscere, ovviamente sempre in corrispondenza con le visite di Fini e famiglia nella villa di Ansedonia. Probabilmente il San Biagio serviva alla bisogna proprio per i periodi di bassa stagione, quando l'hotel I Presìdi, aperto da fine aprile a ottobre, ha i battenti chiusi. Ma siamo nel campo delle ipotesi. Il perché di questa strana logistica spendacciona - se un perché c'è - li conosce solo il Viminale.
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