«Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo... », parola di Luciano De Crescenzo, che, al tema della tazzulella, ha dedicato il libro «Il caffè sospeso».
Ma lei ha notato un cambio di gusto nel caffè, la qualità è diventata più scadente?
«Ormai esco poco di casa. Per evitare il rischio-ciofeca, il caffè me lo preparo a casa con la mia vecchia macchinetta napoletana e seguendo le mitiche regole del grande Eduardo nella commedia Questi fantasmi. Così avrete la garanzia sempre di caffè ottimi».
Usa sempre la stessa miscela?
«Certo. Tradire il proprio caffè sarebbe come tradire un amore collaudato. C'è chi lo prende corretto o con un tot di cucchiani di zucchero. Guai a cambiare».
Quanti caffè beve al giorno?
«Per ragioni di salute non posso esagerare: non più di due-tre».
Un bel risparmio, visto che ormai al bar una tazzina costa 1,20 centesimi.
«I bar li frequento poco. A Napoli, comunque, un caffè si può trovare ancora a 90 centesimi».
Quindi un napoletano si può permettere ancora di prendersi un caffè e di lasciarne un altro «sospeso»?
«Sì, anche se l'abitudine è andata incontro a qualche incidente di percorso».
In che senso?
«A volte si è scoperto che a usufruire del «sospeso» non erano persone bisognose, ma semplici scrocconi».
I furbetti della tazzina.
«Diciamo pure, figli e ndrocchia (traduzione: figli di buona donna ndr)
Ma quanti cucchiani di napoletanità ci sono in un «caffè sospeso»?
«Tanti».
Ma com'è Napoli, dolce o amara?
«E chi lo sa. Chi lo sa come è Napoli veramente».
Un mix tra città reale e spirito di un popolo. Con un sottofondo di aroma di caffè...
«Io penso che anche se Napoli non esistesse come città, sopravviverebbe come concetto».
Prosegua pure con la filosofia...
«E allora penso che Napoli è la città più napoletana che conosco e che dovunque sono andato nel mondo ho visto che c'era bisogno di un poco di Napoli. E ,perché no, anche del suo caffè».
In uno dei suoi aforismi auspica che «i vecchi che posseggono il senso dell'umorismo» abbiano «diritto al trenta per cento di sconto sull'età». Lei è in attesa dello sconto?
«Mi spetterebbe, ma la decisione non dipende da me...».
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