Scuola, un disastro "tecnico" E i risparmi restano un'utopia

Dal Concorsone alle iscrizioni on-line, l'elenco di scivoloni del ministro Profumo è lungo

Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo
Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo

Poteva non fare nulla ma ha preferito peggiorare le cose. Il ministro dell'Istruzione Pubblica del, quasi ex, governo Monti, Francesco Profumo, lascia una pesante eredità al suo successore. L'ultimo regalo del ministero, denunciano i sindacati, è il licenziamento di una ventina di dipendenti tra bidelli, tecnici, docenti e personale amministrativo regolarmente assunti a tempo indeterminato tra Bari e provincia. L'Ufficio regionale della Puglia ha deciso di sollevarli dall'incarico per lasciare il posto ad altri colleghi precari che hanno fatto ricorso contro lo Stato, vincendolo visto l'abuso di contratti a termine. La soluzione trovata dal ministero di fronte al diritto di alcuni lavoratori ad essere assunti è stata quella di licenziare personale regolarmente assunto sempre dal ministero. Si tratta della drammatica conseguenza della prima e principale piaga del mondo della scuola: il precariato.
Negli anni si sono moltiplicati i ricorsi degli insegnanti precari ed il ministero in passato è pure stato condannato a risarcire quasi mezzo milione di euro a soli 15 precari. Quanto dovrebbe dare se tutti i precari vincessero eventuali ricorsi? Intanto l'idea geniale di Profumo è stata quella di non affrontare il problema dei precari, decidendo semplicemente di ignorarlo. E infatti ha indetto un concorso del tutto inutile, sostenuto nella maggior parte dei casi da persone che ne avevano già superato uno o comunque insegnavano da anni e che avrebbero potuto essere immesse direttamente in ruolo. Così per poco più di 11.000 posti si sono mosse oltre 300.000 persone. Ora il ministro assicura che i vincitori saranno in cattedra entro settembre, prevedendo per la correzione degli scritti un massimo di tre mesi. Profumo dimentica però gli oltre 11.000 ricorsi, praticamente tanti quanti i posti a disposizione. Proprio quello di cui il ministero dell'Istruzione aveva bisogno: qualche altro migliaio di ricorsi da affrontare.

Tra gli scivoloni del ministro poi va citato quello sui tablet assegnati grazie a un finanziamento europeo soltanto ai docenti del Sud. Annuncio che provocò l'immediata reazione dell'attuale governatore della Lombardia, Roberto Maroni, che accusò Profumo di discriminare i docenti del Nord.
E anche su quello che Profumo considera il suo fiore all'occhiello, l'avvio delle iscrizioni on-line, il ministro se ne va lasciando qualche dubbio aperto. Secondo il ministero sarebbero rimasti fuori soltanto 7mila studenti contro oltre un milione e mezzo di iscrizioni completate. Per i sindacati invece sarebbero circa 50mila le iscrizioni non convalidate dalle scuole. Non solo. Il presunto risparmio di 5 milioni di fogli di carta e 84mila ore di lavoro delle segreterie scolastiche è un'utopia.

Le scuole avevano già predisposto il modello cartaceo e hanno scaricato gli elenchi degli iscritti per procedere alla composizione delle classi. Le segreterie poi sono state impegnate molte ore nell'aiuto alle famiglie, circa mezzo milione, che non sono riuscite ad effettuare l'iscrizione da sole.

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