
«Mi sono fatto l’idea che il presidente Ignazio La Russa abbia fatto questa richiesta perché convinto che sia giunto il momento di arrivare a una pacificazione. Mai, come in questo momento, c’erano tutte le condizioni».
Così il governatore Attilio Fontana è intervenuto ieri, replicando al sindaco Giuseppe Sala che era stato un po’ ruvido sull’ipotesi di intitolare una scuola a Sergio Ramelli avanzata dal presidente del Senato al convegno di sabato a Bergamo dedicato a Marzio Tremaglia.
«La questione - l’attacco di Sala - la buttano addosso a me perché politicamente gli fa comodo. Ma sono stati al governo tanti anni e potevano pensarci, perché proprio adesso?». Come sempre netta, ma pacata la replica di Fontana: «Forse il fatto che non lo si sia fatto in passato, è perché non c’erano ancora le condizioni. Ora mi auguro che il sindaco ci possa ripensare». Meno in guanti bianchi la replica del presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Per il sindaco di Milano Sala, la memoria collettiva ha un solo colore. Definisce “divisivo” dedicare una scuola a Ramelli, militante ucciso dai comunisti, mentre nel ricordare le vittime di sinistra è sempre in prima linea.
Ancora una volta si abbandona
a dichiarazioni di parte, non degne di chi porta la fascia da sindaco. Fascia che, gli ricordiamo, è tricolore e non solo rossa. La memoria appartiene a tutti, ma Sala mette sullo stesso piano gli assassini e le vittime».