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"Se le accuse verranno confermate si valuti il favoreggiamento da parte del M5S"

Il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone sull’arresto di Mohammad Hannoun: "Ssegna un punto di svolta fondamentale nel contrasto alle reti di finanziamento del terrorismo islamista in Italia"

Federico Mollicone
Federico Mollicone
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L’inchiesta su Mohammad Hannoun è arrivata a una svolta con il suo arresto e quello di altri 8 esponenti della rete di Hamas in Italia. Ne abbiamo parlato con il deputato e presidente della commissione Cultura di FdI Federico Mollicone che, con i colleghi di partito, ha portato avanti questa battaglia chiedendo ogni giorno delucidazioni sull’oscuro passato del giordano.

Una vittoria del governo quella dell’arresto di Hannoun. Lei aveva presentato, così come i colleghi Kelany, Filini e Bignami, ma anche Delmastro, diverse interrogazioni parlamentari.
"Certamente, l’arresto di Mohammad Hannoun e dei suoi sodali segna un punto di svolta fondamentale nel contrasto alle reti di finanziamento del terrorismo islamista in Italia. Questa operazione svela come la mobilitazione a cui si sono accodate le opposizioni fosse, in realtà, infiltrata da Hamas. È doveroso un profondo ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questa operazione: la Procura di Genova, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, senza dimenticare il supporto informativo cruciale fornito dall’AISE. Sarebbe bello che il ministro Piantedosi venisse in Parlamento a riferire e spiegare l'importanza di questo arresto, un atto di chiarezza anche solo per vedere le facce di quei rappresentanti della sinistra che hanno, nei fatti, favorito un'organizzazione terroristica internazionale. L’interrogazione a mia prima firma si era concentrata specificamente sulla figura di Hannoun, chiedendo di fare piena luce sul suo passato e verificando, come rilevato da documenti d'archivio, possibili legami diretti con figure del terrorismo storico come Abu Nidal. L'arresto di oggi dimostra che la nostra allerta sulla sua pericolosità era fondata. Infine, questa giornata assume un valore simbolico altissimo: cade nell’anniversario della strage di Fiumicino del 1985, a cui la Rai ha dedicato un documentario che ricorda anche l'eroismo del poliziotto Campanile, unico a rispondere al fuoco nella strage del 1973. È il modo migliore per onorare le vittime dell'estremismo palestinese".

Ma che dire degli esponenti dell’opposizioni che lo hanno frequentato? Sono mesi che chiediamo loro perché lo hanno invitato in Parlamento ma rispondevano che era solo “fango mediatico”.
"Il problema è che in Italia, purtroppo, manca una solida cultura della storia dell'intelligence e della storia delle organizzazioni palestinesi, storicamente legate a quelle attuali dove Hannoun svolgeva il ruolo di connettore - tema che seguo dalle commissioni d'inchiesta sin dalla fine degli novanta e da quando ho svolto il ruolo di consulente nella commissione Mithrokin. Basterebbe analizzare con onestà intellettuale i documenti della Commissione Mitrokhin, di cui sono stato consulente, o l'eccellente lavoro svolto dalla Commissione Moro II per comprendere la natura di certi legami e certe dinamiche eversive che oggi tornano d'attualità. Liquidare come "fango mediatico" denunce circostanziate basate su attività di monitoraggio degli apparati di sicurezza è stato un errore politico gravissimo. Siamo di fronte a un sistema opaco dove la solidarietà verso il popolo palestinese è stata strumentalizzata per scopi eversivi, creando una facciata benefica dietro la quale si nascondevano flussi di denaro destinati a sostenere Hamas".

Dovranno in qualche modo risponderne? Parliamo di volti di punta di 5 Stelle, Pd, Avs…
"Se le accuse venissero confermate in sede giudiziaria e si arrivasse a una condanna, lo scenario sarebbe politicamente ed eticamente devastante. In quel caso, si potrebbe palesare un'ipotesi di favoreggiamento da parte di quegli esponenti, in particolare del Movimento 5 Stelle, che lo hanno attivamente aiutato nella raccolta fondi e lo hanno ospitato in conferenze istituzionali. Il monitoraggio del Governo sulle infiltrazioni radicali è massimo e non concede sconti a chi minaccia la sicurezza nazionale.

Chi ha offerto legittimazione politica e logistica a personaggi oggi sotto arresto per terrorismo non potrà limitarsi al silenzio, ma dovrà rendere conto della propria cecità o, peggio, della propria complicità ideologica e speriamo solo quella..."

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