Roma - E ora che tutti gli italiani pensanoche Angela Merkel sia la nemica numero uno chi si ricorda più di quando, pochi mesi fa, la si osannava per aver contribuito alla cacciata di Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi? Era il 30 dicembre: il Wall Street Journal raccontò di una telefonata Merkel-Napolitano in cui la Cancelliera chiedeva all’inquilino del Colle di sfrattare Berlusconi per salvare l’Europa (il Quirinale smentì, ma il dubbio resta); ebbene, la rete si riempì di pagine Facebook in cui si inneggiava alla preside d’Europa: «Viva la Merkel!», «Grazie Angela» e perfino un sinistro «Heil Merkel!». Chissà cosa pensano oggi della cancelliera quelle Sturmtruppen di complemento.
È che noi italiani siamo fatti così: banderuole. Persino il più italiano di tutti, Giorgio Napolitano, oggi è preoccupatissimo dall’intransigenza teutonica ma solo tre mesi e mezzo fa dopo un incontro con la Merkel compose un inno all’amore tra i due popoli:«C’è un altissimo grado di comprensione reciproca tra i due governi sia sulla politica di consolidamento fiscale e rilancio della crescita,sia sulle prospettive dell’unione politica europea». E pochi hanno l’onestà diPier Ferdinando Casini, che ammette: «Anche i più filotedeschi, e io mi considero tra questi, sono arrabbiati con la Merkel ». Tra i pentiti c’è anche Romano Prodi: «Merkel mi ha proprio deluso», ha detto di recente, arrivando a definire la Cancelliera «diabolica». Il professore non ricorda forse che nel 2007, quando era al governo, flirtò con la Merkel nel corso di un vertice bilaterale: «Noi ti siamo grati per il tuo impegno per rimettere in moto il processo europeo»,tubò l’allora premier di centrosinistra.
Un merkeliano a oltranza è Marco Travaglio, che forse risente ancora della gratitudine per aver tolto di mezzo Berlusconi. In più occasioni il vicedirettore del Foglio Quotidiano è giunto a sognare che la Merkel potesse scambiare Berlino con Roma: «C’è da sperare che la Merkel perda le prossime elezioni - scriveva il 18 febbraio scorso - e dunque, come si usa nelle democrazie serie, vada in pensione. Quando anche Monti alzerà bandiera bianca, sconfitto dal partito trasversale del malaffare, potremo sempre prenderla in prestito per un po’».E ancora,più esplicito: «Io pagherei per essere governato da una stronza come la Merkel, anche di seconda mano». E i comici? Antiberlusconiani in servizio permanente effettivo hanno trasformato la Merkel in una maschera buffa ma da ammirare rispetto al teatrino nostrano. Maurizio Crozza così racconta la sua imitazione della Cancelliera: «La faccio come una mamma che bacchetta l’Italia,ci redarguisce, ci dà la paghetta ma ci avverte di spenderla bene. A Frattini, che le contesta l’asse con Parigi, risponde: “Con chi dovrei farlo, con chi fa bunga bunga e mi chiama culona?”». E anche alcuni giornalisti si sono fatti sedurre dal cliché della donna tutta concretezza: «Se Merkel non perde tempo a scegliere abiti da sera è perché ha da fare, poi, notoriamente», scriveva tempo fa Maria Laura Rodotà del suo proverbiale stile teutonico.
E pochi giorni fa Oscar Giannino componeva un inno al rigore merkeliano: «Viva la Germania con la sua serietà, e la sua forza economica costruita tirandosi su le maniche, abbassando spesa e tasse dello Stato, e rilanciando la produttività privata».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.