Se un giudice decide quando si fa l'amore

Aumentano i casi di separazione in cui i coniugi rivendicano, per l'attività erotica mancata, i danni biologici e morali. Scioperi del sesso che diventano conflitti insanabili

Se un giudice decide quando si fa l'amore

Pochi giorni fa una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che la colpa per la separazione non può essere attribuita al marito, che essendo stato rifiutato sessualmente dalla moglie, ha deciso di lasciare la casa matrimoniale per andare a vivere con un'altra donna. Aumentano i casi di separazione in cui i coniugi rivendicano, per l'attività erotica mancata, i danni biologici e morali. Scioperi del sesso che diventano conflitti insanabili. Nel 411 a.c. in una commedia di Aristofane, le donne, guidate dalla coraggiosa ateniese Lisìstrata, decidono di indire uno sciopero generale sessuale per convincere i loro uomini, impegnati nella guerra del Peloponneso, a deporre le armi e concludere la sospirata pace. Dopo giorni e giorni di astinenza forzata gli ateniesi si arresero senza condizioni decidendo di porre fine all'annoso conflitto.
Il potere del sesso è enorme. Il marito assolto in Cassazione ha atteso 14 anni prima di lasciare la moglie e incappare nelle sue ire funeste. Il dubbio che non abbia praticato l'astinenza sorge spontaneo. Convivere senza fare l'amore. La coppia, come molte altre oggi, deve aver ritenuto che questo fosse possibile. Salvo che entrambi non fossero affetti da disturbo del desiderio sessuale ipoattivo che colpisce il 45% delle donne e il 16 % degli uomini. Nel 90% delle coppie dove il desiderio sessuale permane, tra i 45 e i 50 anni, si consuma in media un rapporto sessuale alla settimana. Per le altre ci sono la televisione, i social network e WhatsApp. Tornando agli sposi in questione sembra sia stata lei a diradare i rapporti dopo la nascita del primo figlio arrivando poi a negarsi definitivamente. Perché allora attribuire la colpa al marito? Come Lisìstrata e le sue compagne voleva ricattarlo per ottenere qualcosa o semplicemente non aveva più desiderio di lui ma non riteneva che questo fosse un motivo valido per mettere fine alla relazione? Il benessere sessuale della donna è direttamente collegato al trasporto emozionale che passa attraverso l'intimità mentre il desiderio nell'uomo può spegnersi nei rapporti di lunga durata. Con gli anni la libido cala e le pulsioni sessuali della coppia si assestano verso il basso. Come faranno i giudici a stabilire quale sia una soglia sotto la quale imputare a uno dei due scarsa motivazione sessuale e quindi lesione della dignità di chi subisce il rifiuto? Il contratto matrimoniale non parla specificatamente di rapporto sessuale ma di comunione materiale e spirituale. Il rifiuto è considerato lesivo dell'altro dalla giurisprudenza solo se non c'è giusta causa e non è conseguenza indiretta di altri problemi che hanno portato al fallimento del matrimonio.

Una cosa tranquillizza e da garanzie: la scienza del diritto ha sempre ritenuto fuori dalle regole la pretesa di rapporti sessuali troppo frequenti. E quanto sarà mai il troppo frequente? Non ci si può esimere ma neanche chiedere troppo. Alla legge l'erotica sentenza...
karenrubin67@hotmail.com

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