"Se non arrivano risposte entro domani...". Landini ora minaccia il governo

A poche ore dallo svolgimento dello sciopero generale di venerdì, il segretario della Cgil chiede a gran voce a Meloni e Salvini di convocare un tavolo sulla finanziaria con i sindacati: altrimenti è pronto a proclamare nuovi scioperi

"Se non arrivano risposte entro domani...". Landini ora minaccia il governo
00:00 00:00

"Il governo cosa risponderà alle 500mila persone che sono scese in piazza venerdì?". Due giorni dopo lo sciopero generale svolto in tutta Italia, Landini sfida apertamente l'esecutivo nazionale a guida Giorgia Meloni. Per il leader della Cgil adesso è necessario che ci sia una risposta, perché "per quel che ci riguarda bisogna aumentare la spesa sanitaria e bisogna agire sul fisco per andare a prendere le risorse per fare questi investimenti - dice a margine dell'assemblea di Alleanza Verdi-Sinistra a Chianciano Terme -. Stiamo chiedendo al governo in modo esplicito che riconvochi un tavolo sulla legge di bilancio, così come chiediamo agli imprenditori di aprire le trattative sui rinnovi dei contratti".

Landini insiste sul concetto della buona riuscita dell'astensione collettiva dal lavoro avvenuto il 29 novembre, anche se in realtà i dati ufficiali disegnerebbero una realtà leggermente diversa, dove per esempio l'adesione nel contesto della scuola non ha superato il 5%. In ogni caso, per l'ex segretario della Fiom non si può rimuovere quello che è avvenuto venerdì "e che mezzo milione di persone hanno chiesto di essere ascoltati". Poi il messaggio che sa tanto di ultimatum: "Se questo non avverrà già da lunedì, il sindacato valuterà come continuare". Ovvero altri possibili scioperi, alle porte di Natale, con la data di venerdì 13 dicembre già in qualche modo segnata in rosso.

Landini insiste sulla "rivolta sociale"

Insomma, una sorta di ultimatum di circa 24 ore quello offerto dal leader sindacale, che risponde anche a chi lo accusa di fomentare il conflitto sociale, dopo le frasi sulla "rivolta sociale" e "rivoltare il Paese come un guanto": "In 50 piazze non è successo proprio nulla. Cgil e Uil da quel punto di vista lì non devono rispondere a nessuno.- precisa -. Le nostre manifestazioni sono manifestazioni democratiche in cui non è successo assolutamente nulla". Vero: anche se non è passato inosservato quello che, nello stesso giorno, è accaduto a Torino con la manifestazione dei pro Pal nella quale molti commentatori sostengono che il legame politico-ideologico non sia così difforme rispetto a quello sollecitato dal capo della Cgil. precisa

Questa stessa opinione era stata espressa dal ministro dei Trasporti e segretario della Lega, Matteo Salvini, secondo cui le parole di Landini avrebbero incitato ai disordini. Ma per quest'ultimo le violenze di Torino contro le forze dell'ordine "sono avvenuti dopo le manifestazioni sindacali e non hanno nulla a che fare con le manifestazioni sindacali". Secondo il suo punto di vista, quelle modalità di scendere in piazza non c'entrerebbero nulla con il sindacato rosso: "Non le abbiamo fatte, le condanniamo, non c'entrano nulla con la storia del movimento sindacale". Poi, dopo il solito refrain sulla "deriva autoritaria" e presunta scarsa attenzione del governo "a 500mila persone che scendono in piazza e che rinunciano al proprio stipendio", ecco infine la conferma di non avere "nessun pentimento" per avere pronunciato la parola "rivolta", come del resto aveva già annunciato nelle scorse settimane.

La replica di Salvini

In tarda mattinata è arrivata la risposta del ministro Salvini mentre si trovava all'assemblea nazionale di Noi Moderati: "Mi viene il dubbio Landini non tuteli lavoratrici e lavoratori, ma prepari il suo approdo in Parlamento tra le file della sinistra come hanno fatto tutti i segretari della Cgil", dichiara in un videomessaggio il vicepresidente del Consiglio. Lui giura di non avercela personalmente con Landini, ma lo invita a informarsi meglio soprattutto sul fatto che il governo avrebbe tagliato i fondi della sanità: "Mente sapendo di mentire - aggiunge il segretario della Lega snocciolando una serie di dati -. Quest'anno alla voce bilancio per la salute e il servizio sanitario nazionale, ci sono 136 miliardi di euro, record storico della Repubblica Italiana".

Ecco perché il titolare del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti ritiene che sia suo "diritto e dovere intervenire per garantire il diritto allo sciopero, che è sacrosanto, ma anche il diritto al lavoro e il diritto alla salute, il diritto allo studio per milioni di italiani ". Una possibilità che è stata fornita venerdì grazie al suo intervento con il quale gli italiano "hanno potuto prendere l'autobus, la metropolitana o il treno e hanno potuto fare la vita che è giusto che facciano".

Adesso sono in programma altri 15 scioperi solo nel mese di dicembre: "Se non si conterranno riducendo i disagi per i cittadini, a pochi giorni dal Natale, farò quello che ritengo sia mio diritto e dovere fare da ministro dei Trasporti", ha concluso Salvini.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica