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"Sessismo contro di me": l'ira della Ravetto. Ecco cosa è successo

Una raccolta fondi messa nel mirino dell'inserto di un quotidiano nazionale: così l'onorevole Laura Ravetto ha respinto la definizione di donna "all'asta"

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Laura Ravetto, parlamentare della Lega, oggi ha deciso di non rimanere in silenzio, come troppo spesso accade, per denunciare pubblicamente un comportamento da lei ritenuto scorretto da parte dell'inserto del Corriere della Sera. Con un video pubblicato sul suo profilo Instagram, l'onorevole spiega per quale motivo il titolo di un articolo a lei dedicato sarebbe equiparabile a una violenza. "Un po' Coco (Chanel). Un po' Giovanna (D'Arco). Ravetto resta all'asta", è il titolo di un pezzo che è stato pubblicato il 10 novembre.

Rivolgendosi direttamente alla direttrice dell'inserto, Barbara Stefanelli, Ravetto dice: "Lei è una donna, direttrice di un giornale e immagino che come me si batta contro la violenza di genere e che sappia benissimo che la violenza contro le donne non è solo l’efferatissima violenza fisica ma anche la violenza psicologica e culturale", dice l'onorevole, dicendosi sicura che anche la direttrice si batta contro tutto questo e "perché la cultura migliori in questo Paese nel trattamento delle donne". Mostrando il giornale e, nello specifico, l'articolo in oggetto, l'onorevole chiede a Stefanelli se, a suo avviso, quel pezzo "sia rispettoso del ruolo della donna, sia rispettoso del mio ruolo di deputata, sia rispettoso della mia persona, del mio essere madre?". E ancora: "Lei ritiene che il titolo ‘Ravetto resta all’asta’ sia un titolo rispettoso? O che sia una forma di violenza?".

Comprensibile lo sconcerto da parte dell'onorevole, che continua a rivolgersi alla direttrice: "Lei ritiene che la descrizione che viene fatta nell’articolo, con l’accostamento di frasi dette in alcuni contesti e trasferiti in altri, tipo addurre a motivazioni di scelte politiche come il passaggio di partito a frasi relative al rapporto coi leader, che nulla c’entrano, quasi a far ritenere che una donna scelga di cambiare partito a seconda del rapporto che col leader maschio del partito siano rispettose?". E ancora, l'onorevole contesta che nell'articolo venga affrontata anche l'operazione di mastoplastica effettuata a seguito dell'allattamento della figlia, perché un fatto così personale e privato non dovrebbe essere usato in una disamina politica, anche se più faceta che seria, analizzandone l'operato professionale. Ma il passaggio che maggiormente infastidisce l'onorevole Ravetto è la definizione di "donna all'asta", soprattutto per il contesto. "Ritiene che si possa dire che un'iniziativa di raccolta fondi, fatta identicamente da un collega maschio, si possa dire 'donna all'asta'?", dice l'esponente della Lega.

Ravetto cita poi l'editoriale nel quale Stefanelli dice che "le guerre possono cancellare le donne" ma, aggiunge l'onorevole, "anche certi sessismi, maschilismi e culture machiste.

Se questo schifo, questo fango, il suo giornale ha gettato addosso a me, che sono madre, servirà a renderla più attenta in futuro a non ospitare certi articoli sul suo giornale, allora avrò almeno raggiunto un obiettivo", è la conclusione amara dell'onorevole.

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