È giusto impedire la ricerca sperimentale sugli animali? Anche se questo significa perdere vite umane? Se lo chiede il professor Giorgio Brunelli, dell'Università di Brescia. E Vittorio Feltri risponde.
Caro Giorgio, il libro dell'ex ministro Michela Vittoria Brambilla affronta anche, ma non soltanto, il problema della vivisezione o come meglio la vuoi chiamare tu. L'importante è intendersi. So bene che la sperimentazione si è avvalsa, talvolta con risultati sorprendenti, dell'utilizzo di cavie. Questo è fuori discussione. Ma è altrettanto vero che la ricerca (che cerca molto e trova poco) ha esagerato nel sacrificare bestiole.
Non metto in dubbio la tua correttezza e il tuo scrupolo nonché la tua sensibilità: tuttavia ho la certezza che in molti laboratori si agisca con crudeltà su troppi esseri viventi per consentire a dottorini e dottoroni di compilare brillanti curriculum. Torturare ratti e conigli eccetera spesso non serve all'umanità, ma solo ad acquisire titoli buoni per la carriera dei torturatori. Conoscendoti, so che non avrai risparmiato anestetici per alleviare le sofferenze dei poveri animali martoriati dal bisturi, ma non dirmi che tutti i tuoi colleghi abbiano fatto altrettanto: non ci credo.
Non sono un esperto in materia, tuttavia sulla vivisezione ho letto abbastanza per capire che nel 90 per cento dei casi essa è utile forse a soddisfare sadismi stomachevoli, mentre alla scienza non serve. Definisci sconsiderata e velleitaria la campagna della signora Brambilla. Velleitaria forse lo è, ma sconsiderata no, semmai ispirata a nobili sentimenti, gli stessi che ha mostrato di avere Umberto Veronesi (compagno di strada dell'ex ministro in questo cammino verso la civiltà), personaggio di cui si può dire di tutto tranne che sia uno sprovveduto in campo scientifico e culturale.
Non pretendo di convincerti a iscriverti alla «Coscienza degli animali», ma ti prego di avere rispetto per chi si dedica con passione ed entusiasmo alla tutela, e alla salvezza, delle bestie. Amare le quali non significa essere indifferenti all'uomo. L'amore è un bene divisibile, ma anche moltiplicabile. Michela Vittoria, per citare una delle sue imprese, si è prodigata per liberare i beagle in provincia di Brescia, tenuti in gabbia e pronti per essere vittime di sperimentazioni le cui finalità, se mi permetti, non erano chiare e comunque non tali da giustificare massacri.
Le situazioni assurde, caro Giorgio, sono parecchie. Che ci fanno gli animali nei circhi equestri? Hai mai visto a quali trattamenti sono sottoposti e in quali condizioni campano? Ti invito a visitare i macelli: scoprirai atrocità inimmaginabili. Lo sai che la legge italiana autorizza lo sgozzamento di capre e pecore per appagare i pregiudizi religiosi dei musulmani? Hai notato come sono trasportati bovini e suini, stipati quali sardine su autocarri, senza acqua né cibo per ore e ore?
Fai un salto al mercato del pesce e dai un'occhiata al tipo di morte cui sono condannati i cosiddetti prodotti ittici. Hai mai osservato in quale stato sono tenuti astici e aragoste negli acquari dei ristoranti? Ti piacciono le lumache? Informati come vengono cucinate: non avrai più voglia di mangiarle. Gli umani non sono carnivori: per averne certezza basta guardare i loro denti.
Ciò detto, poi ciascuno faccia quello che gli garba. Personalmente apprezzo gli animalisti, e giustifico i loro eccessi, pur consapevole che combattono una battaglia persa. Un mondo di vegetariani sarebbe meno violento e - facendo il verso a Veronesi - più sano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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