Se s'indaga sulle trame anti Cav il pm può restare senza volto

Strana manovra a Roma: top secret il nome del magistrato che ha il fascicolo sul complotto raccontato da Geithner. La scusa: deve lavorare sereno

Se s'indaga sulle trame anti Cav il pm può restare senza volto

Quando c'è di mezzo Silvio Berlusconi tutto può accadere. Anche che una Procura decida di tenere segreto il nome del pubblico ministero che indaga sul presunto complotto dell'Unione Europea per far cadere l'allora premier. Meglio, per ora, non diffondere il nome del magistrato al quale il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone ha da poco affidato il delicato fascicolo sulle rivelazioni dell'ex ministro americano Timothy Geithner, autore di un libro appena pubblicato negli Stati Uniti in cui viene riscritta la storia dell'uscita di scena di Berlusconi nel 2011.

Rivelazioni clamorose su strane manovre internazionali per sbarazzarsi del leader del centrodestra. Durante la riunione del G20 a Cannes nel novembre di tre anni fa, in piena crisi economica, Geithner sarebbe stato avvicinato da «alcuni funzionari europei» che chiesero agli Usa di aderire ad un piano per costringere alle dimissioni l'allora presidente del Consiglio. Secondo due denunce presentate da alcuni parlamentari di Forza Italia e dall'associazione Tribunale Dreyfus, le parole dell'ex ministro americano potrebbero evidenziare profili di rilievo penale. E sulla base di questi esposti i magistrati hanno aperto un'inchiesta, per il momento senza ipotesi di reato e senza indagati. Pignatone l'ha affidata ad uno dei pm del pool che si occupa dei reati contro la personalità dello Stato, coordinato dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. È lui a spiegare che il nome del pm titolare per il momento rimarrà top secret. «Lasciamo lavorare il collega in serenità», dice il magistrato di tante inchiesta importanti, che sa bene cosa vuol dire lavorare sotto pressione mediatica. Un riguardo riservato al Berlusconi-parte lesa, decisamente non consueto quando il leader di Forza Italia è imputato e i nomi dei pm che indagano su di lui sono tutt'altro che segreti.

Nella riservatezza, dunque, la Procura è al lavoro per cercare di verificare le affermazioni di Geithner. Il primo passo sarà l'individuazione dei cosiddetti officials di cui si parla nel libro, i funzionari europei che avrebbero cercato di coinvolgere gli Stati Uniti nel piano per cacciare Berlusconi cercando di convincere gli Usa a rifiutare di sostenere i prestiti del fondo monetario all'Italia. Una richiesta che lo stesso Obama, informato dal suo ministro, ritenne irricevibile. Per ascoltare la versione dei funzionari, ed eventualmente quella di altre fonti autorevoli come Zapatero, Bini Smaghi e il giornalista Alan Friedman che pure avrebbero parlato di pressioni per mandare via Berlusconi, sarà necessario procedere per rogatoria. I reati che la Procura potrebbe ipotizzare sono indicati nella denuncia presentata dalle azzurre Michaela Biancofiore e Gabriella Giammanco. Profili penali relativi all'«indipendenza dello Stato», all'«usurpazione di potere politico» e all'«attentato contro gli organi costituzionali». Nel secondo esposto - firmato dall'avvocato Walter Biscotti e dal presidente di Tribunale Dreyfus, Arturo Diaconale - si parla invece di «attentato contro i diritti politici dei cittadini» e di «violazione della norma che punisce le associazioni segrete». Il Tribunale Dreyfus annuncia che presto attiverà una sorta di «rogatoria internazionale informativa» per approfondire le dichiarazioni di Geithner e Zapatero.

E in attesa dell'identificazione dei due europen officials aprirà «le proprie sessioni pubbliche “invitando a comparire per rendere testimonianza sui fatti Friedman, Bini Smaghi, Brunetta, Tremonti e l'ex premier Monti”».

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