Le scuse della compagnia farmaceutica tedesca Gruenenthal arrivano dopo un silenzio lungo cinquant'anni, durante i quali non si è mai spinta oltre la vaga espressione di dispiacere per le vittime del Talidomide. Per il farmaco commercializzato dal '56 al '62 in una quarantina di Paesi come «fantastico anestetico» per alleviare la nausea della gravidanza, venne riscontrato un legame con le malformazioni dei neonati, principalmente la mancanza di arti. Quando gli effetti del farmaco sul feto divennero di dominio pubblico, lo shock fu enorme ma l'azienda scelse la linea del silenzio: nel 1972 la Gruenenthal acconsentì a pagare risarcimenti in Germania, ma si rifiutò di ammettere le proprie responsabilità, sostenendo di aver fatto tutti gli accertamenti clinici richiesti.
Ieri invece l'amministratore delegato della Gruenenthal Harald Stock ha rotto il silenzio: «Vi preghiamo di perdonarci per i 50 anni in cui non vi abbiamo mai parlato ad un livello umano, ed invece siamo rimasti in silenzio», ha detto durante la cerimonia di inaugurazione di un monumento per le vittime - una statua di bronzo che rappresenta un bambino senza arti - nella città tedesca di Stolberg. «Il Talidomide - ha continuato - sarà sempre parte della storia della nostra compagnia. Noi abbiamo una responsabilità e la affrontiamo apertamente».
Il Talidomide fu approvato in Germania nel 1954, e gli effetti avversi furono direttamente collegati al farmaco cinque anni più tardi. Il ritiro avvenne solo nel 1961, dopo migliaia di vittime: circa 12mila nei Paesi in cui fu commercializzato, tra cui Germania, Gran Bretagna, Giappone, Canada e Italia.
Secondo le associazioni britanniche, australiane e svedesi a sostegno delle vittime le scuse sono «insufficienti» e «piene di inganni». Martin Johnson, direttore dell'associazione delle vittime del Talidomide in Gran Bretagna, ha dichiarato alla Bbc che, nonostante la positiva ammissione di responsabilità, la Gruenenthal perpetua il mito secondo cui i danni provocati dal farmaco fossero in realtà imprevedibili. E l'associazione svedese delle vittime ha fatto sapere che «le scuse servono a ben poco: oggi novantanove vittime svedesi del farmaco sono ancora vive e non hanno mai ricevuto niente dalla Gruenenthal». Della stessa idea è Vincenzo Tomasso, presidente dell'Associazione Thalidomidici Italiani: «Le scuse fatte dalla Grunenthal, l'azienda che ha inventato il Talidomide, sono molto importanti, ma a queste dovrebbero seguire dei fatti, sotto forma a esempio del riconoscimento delle vittime anche al di fuori della Germania».
Le vittime italiane del farmaco ancora in vita sono trecento ma secondo il presidente dell'Associazione Thalidomidici Italiani in tutto sarebbero settecento le persone che hanno subito malformazioni, molte delle quali decedute proprio a causa del sedativo. Nessuno di loro nel nostro Paese ha mai ricevuto un centesimo dalla Grunenthal. «Sarebbe bello - ha concluso Tomasso - se alle parole corrispondesse anche qualche fatto concreto».
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