Seimila euro per studiare alla «Bestia di Satana»

Seimila euro per studiare alla «Bestia di Satana»

Anche la «bestia» ottiene la sua borsa di studio. C'è, infatti, pure il nome di Elisabetta Ballarin, condannata a 22 anni per concorso nell'omicidio di Mariangela Pezzotta, uccisa in un cottage di Golasecca (Varese), tra gli studenti premiati con una borsa di studio dal comune di Brescia nell'ambito del «Progetto Brescia città universitaria». La ragazza, figlia di un giornalista morto di crepacuore un anno dopo, all'epoca era la fidanzata di uno dei capi delle «Bestie di Satana», quell'Andrea Volpe, che tra alcol e droga, all'indomani del delitto diede il là all'inchiesta. Facendo scoprire gli omicidi di Fabio Tollis e Chiara Marino massacrati e seppelliti sei anni prima in un bosco dietro Malpensa. Probabilmente non le uniche vittime della banda: strani incidenti e altrettanto strani suicidi decimarono il gruppo.
La 27enne, cui restano ancora nove anni di prigione da scontare, dopo essersi laureata a pieni voti lo scorso settembre all'Accademia Santa Giulia di Brescia, sta ora frequentando il biennio specialistico. Ora ha vinto una borsa di studio da seimila euro insieme a due compagne di corso; con loro ha elaborato un progetto per avvicinare gli studenti universitari ai musei.
La ragazza, tutto sommato, avrebbe avuto un ruolo marginale in questa storiaccia dove la parola fine sembra non arrivare mai. A cominciare dal numero degli omicidi. La bella Elisabetta, occhialini e faccia pulita, era sì la donna di uno dei capi ma di quello che era accaduto negli anni precedenti forse sapeva poco o nulla.
Fabio Tollis e Chiara Marino, le due vittime del gruppo metallaro che si ubriacava e si sfasciava nei locali sparsi tra Milano e il varesotto, sarebbero stati uccisi il 17 gennaio 1998 con numerose coltellate e colpi di martello. forse perché non volevano più stare al gioco, fatto di iniziazioni, pentacoli, violenze sessuali.
Ora la difesa di uno dei ragazzi finti in galera sta per chiedere la revisione del processo. «Ozzy» Leoni, considerato una delle menti del gruppo e condannato all'ergastolo, era finito in carcere insieme a Nicola Sapone, Marco Zampollo, Mario Maccione, Andrea Volpe, Pietro Guerrieri, Eros Monterosso e Elisabetta Ballarin. L'avvocato di Leoni vorrebbe rivedere le cose. Partendo dal fatto che Mario Maccione, uno dei rei confessi, pubblicò nel 2011 un libro a cura di Stefano Zurlo. Una storia scritta diversamente dalla versione fornita durante i processi.

In cui venivano aggiunti particolari inediti e si ritrattava anche sul personaggio che sarebbe stato a capo della setta.
Diavoli, sacrifici e sangue. Forse per questo, anche se il tempo è passato, che nelle campagne del Varesotto dove il terrore e Belzebu hanno imperversato, il cardinale Scola ha inviato una truppa di esorcisti.

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