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Il Senato ora stanga i suoi ex presidenti: basta privilegi a vita

D'ora in poi benefici solo per due legislature. Ma c'è la deroga per i predecessori di Schifani

Il Senato ora stanga  i suoi ex presidenti:  basta privilegi a vita

Roma - È un taglio che riguarda quattro persone in tutto. Un taglio piccolo piccolo, ma dall’alto valore simbolico, perché colpisce la seconda carica dello Stato. Gli ex presidenti del Senato non continueranno a godere dei benefit legati alla carica anche dopo aver lasciato Palazzo Madama. O meglio, potranno continuare a contare su una stanza al Senato, segreteria, collaboratori in numero di quattro, auto blu e via beneficiando ma solo per le successive due legislature, e quindi per massimo dieci anni. Una decisione fortemente voluta dall’attuale presidente Renato Schifani e decisa all’unanimità il consiglio di presidenza del Senato, che ieri ha approvato ieri la normativa di attuazione dell’articolo 4 del decreto-legge di luglio 2011 sulla temporaneità dei benefit delle alte cariche.

Come detto la notizia interessa direttamente quattro persone. Tanti infatti sono gli ex presidenti del Senato in vita che attualmente godono di queste facilities. I due che in teoria già da domani dovrebbero perderle, essendo trascorse le due legislature di proroga, sono Carlo Scognamiglio, che sedette sullo scranno più alto di palazzo Madama nella XII legislatura, dal 1994 al 1996, e Nicola Mancino, che prese il suo posto nella XIII legislatura, durata dal 1996 al 2001. Una norma transitoria consente però loro di mantenere i auto blu, segreteria eccetera fino alla fine di questa legislatura. A Marcello Pera, terzultimo presidente del Senato, e a Franco Marini, penultimo, sono stati concessi dieci anni cuscinetto dal termine del loro mandato. Quindi Pera lascerà i benefit il 27 aprile 2016, e Marini il 29 aprile 2018. Poi, da Schifani in poi, tutti si atterranno alle nuove regole.

Quella che riguarda gli ex presidenti non è l’unica decisione presa ieri dal consiglio di presidenza, che su proposta del presidente Schifani ha approvato le linee guida per la redazione di un regolamento interno della rappresentanza di interessi, i cosiddetti lobbisti, al fine di «disciplinare i rapporti tra senatori e portatori di istanze della realtà economica, sociale e culturale alla luce dei principi del pluralismo e della trasparenza», come recita una nota del Senato. Sarà istituito un apposito registro, suddiviso per settori di attività, che sarà pubblicato sul sito del Senato e nel quale saranno elencati gli enti e le associazioni che richiedono gli accrediti con l’indicazione delle persone fisiche abilitate all’accesso. Il regolamento definirà la disciplina delle presenze dei lobbisti nei giorni di seduta dell’assemblea e delle commissioni ed eventuali sanzioni per comportamenti ritenuti lesivi del libero esercizio del mandato parlamentare. «I lobbisti fanno il loro lavoro ma che non possono intralciare i lavori parlamentari come, purtroppo, è successo in questi giorni», spiega Schifani riferendosi all’affaccendarsi dei rappresentanti degli interessi delle categorie coinvolte nel pacchetto di liberalizzazioni in discussione in questi giorni.

«Saremo celeri e tempestivi», promette Schifani.

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