Sequestrati a Lavitola beni per 9 milioni, nel mirino De Gregorio Inchiesta sui fondi all'«Avanti!»

Un castello a Viterbo, una villa a Positano, un appartamento nel cuore di Roma: da ieri i tesori di Valter Lavitola sono sotto sequestro. Un sequestro preventivo finalizzato alla confisca: i pm accusano l'ex direttore dell'Avanti! e il senatore del Pdl Sergio De Gregorio di avere ricevuto dal Dipartimento per l'Editoria presso la presidenza del Consiglio contributi illeciti per 23 milioni; i nove milioni sequestrati, dunque, dovrebbero costituire per lo Stato un parziale risarcimento del danno subito.
Il decreto di sequestro è stato emesso dal gip su richiesta dei pm che indagano sulle attività di Lavitola e De Gregorio: Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli. L'atto è stato notificato all'ex direttore dell'Avanti! ma non ancora al senatore: i magistrati intendono approfondire la procedura, dal momento che l'esecuzione del decreto richiederebbe comunque l'accesso a luoghi di pertinenza di un parlamentare. Il 18 aprile scorso, i finanzieri avevano già sequestrato due milioni e mezzo di euro di contributi presso il dipartimento per l'Editoria della presidenza del Consiglio. Si trattava di soldi non ancora erogati e relativi al 2010, destinati alla International press.


La difesa di Lavitola si prepara a dare battaglia: per l'avvocato Gaetano Balice, l'appartamento romano appartiene alla moglie del giornalista. Il castello e la villa, invece, sono intestati a società di cui Lavitola non farebbe più parte.

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