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"Serve a questo Paese". Calderoli accelera sull'autonomia

Il ministro per gli Affari regionali tiene il punto sull'autonomia e assicura gli alleati di governo: "Non ci saranno forzature"

"Serve a questo Paese". Calderoli accelera sull'autonomia

Sono due le grandi riforme a cui aspira l’esecutivo di centrodestra. Una, a lungo termine, è la riforma in senso presidenziale del Paese, definita dal premier la “madre di tutte le riforme". L’altra, a breve termine, è l’autonomia differenziata. La pima necessita di una riforma costituzionale, la seconda è già prevista in Costituzione e si sono già approvati i tempi di definizioni. E allora avanti con la riforma dell’autonomia. Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali, preme sull’acceleratore: “È quello che serve a questo Paese”.

Calderoli accelera sull'autonomia

Il ministro Calderoli, nelle scorse settimane, si è portato avanti con i lavori e nel giro di poco ha presentato il suo progetto all’esame del Consiglio dei ministri. Gli ostacoli, come spesso succede per riforme di questo genere, arrivano sia dall’opposizione che dagli alleati di governo. Lo storico esponente della Lega, interpellato dal Corriere della Sera, vuole mettere da parte i dissidi e rassicurare gli alleati di Forza Italia e Fratelli d’Italia. “Nessuna voglia di litigare, ma di convincere tutti che l’autonomia differenziata non è la bandiera elettorale della Lega – precisa il ministro – ma quello che serve a questo Paese". La levata di scudi dell’opposizione, seppur controproducente, è legittima, ma il ministro mette a tacere anche chi vocifera di resistenze anche nella stessa maggioranza. Le sue risposte alle divergenze interne alla maggioranza, vere o presunte, danno l’idea di un esecutivo compatto e determinato sul fronte delle riforme. “Berlusconi non ne parla perché la dà per scontata – sottolinea il ministro –ho parlato con lui direttamente in questi giorni e mi ha assicurato che non c’è nessun ripensamento”.

La road map del ministro Calderoli

Il ministro detta la road map per raggiungere, nel giro di un anno, l’autonomia differenziata:“Primo la cabina di regia, che in un anno dovrà definire i Lep”. I cosiddetti livelli essenziali di prestazione, necessari per devolvere varie potestà legislative dello Stato alle Regioni che lo chiederanno. La cabina di regia, pensata dal ministro che sta gestendo il dossier sull’autonomia, vedrà coinvolto “il gotha del costituzionalismo e dell’economia italiana” per andare a definire i diritti sociali e civili dei cittadini. Insomma, una squadra di esperti per togliere qualsiasi dubbio di incostituzionalità e smontare la ricostruzione, usata dalla sinistra, di un Mezzogiorno svantaggiato. “Sulla polemica che il Sud sarebbe svantaggiato, mi si dica un solo punto del mio testo da cui si evince che si danneggiano le regioni meno ricche”. L’esponente delle Lega è su tutte le furie: “Si parla solo per parlare! È il sistema attuale che ha permesso una sperequazione netta”

Il ministro per gli Affari regionali ci tiene a sottolineare che la legge di attuazione la deciderà il Parlamento, non il governo. Nessuna forzatura quindi da parte dell’esecutivo: "Ho presentato il mio testo il 29 dicembre all’esame degli uffici necessario perché approdi in Consiglio dei ministri, ora tutti insieme faremo un cronoprogramma, poi andrà in Cdm.

Il ministro non vuole deludere le attese del Nord, dove la questione dell’autonomia è fondamentale: nel 2017, in occasione dei referendum in Lombardia e in Veneto, la maggioranza assoluta degli aventi diritto si dichiarò a favore dell’autonomia differenziata.

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