La sfida brianzola: Berlusconi lancia Mandelli

Lega a pezzi per gli scandali, cresce il candidato azzurro. E giovedì arriverà l’ex premier per incontrare i cittadini

La sfida brianzola: Berlusconi lancia Mandelli

Con la Lega in crisi nera e il cen­­trosinistra che arranca al traino del governo tutto tasse del pre­m­ier Mario Monti sempre più indi­gesto agli italiani, ora il Pdl comin­cia a credere di poter vincere a Monza. La terza città della Lom­bardia che diventa dunque un test elettorale che da solo potreb­be valere molto del bilancio (an­che nazionale) delle amministra­tive in agenda tra una settimana. E proprio per questo sarà lo stesso Silvio Berlusconi a chiudere giove­dì prossimo la campagna elettora­le del candidato sindaco Andrea Mandelli, il presidente della Fede­razione degli ordini dei farmacisti italiani. Nella sede del coordina­mento regionale del Pdl in viale Monza sono già al lavoro per defi­nire il programma, mentre ad at­tenderlo in città ci sarà un suo fe­delissimo, l’ex ministro Paolo Ro­mani recentemente nominato proprio da Berlusconi commissa­rio­del Pdl al posto di Elena Cente­mero.

Sembra che giovedì Berlu­sconi voglia fare una passeggiata in centro tra commercianti e citta­dini, per poi passare al comizio: al teatro o in uno spazio aperto, di­penderà dalle previsioni meteo. E la promessa di Berlusconi è di tor­nare anche venerdì 18 maggio per il ballottaggio.

Segno di un certo ottimismo. Perché i numeri di Mandelli sono in crescita, la sua campagna elet­torale in città sta piacendo. Mon­zese e di famiglia monzese, la far­macia, una vita lavorativa lontana dalla politica professionista e un impegno ad alto livello per rappre­sentare i colleghi farmacisti. Tra­mite tra la politica e il mondo delle professioni, proprio quello che se­condo molti serve oggi per dare un volto nuovo ai partiti. Ci sono poi i guai giudiziari del Carroccio che, secondo gli osservatori, fini­rà col pagare oltre alle inchieste della magistratura, anche la deci­sione di correre da solo. In appog­gio al sindaco Marco Mariani, il medico amico di Umberto Bossi che ha cercato fino all’ultimo di convincere il Senatùr a riproporre il ticket elettorale con il Pdl che cin­que anni fa sconfisse la sinistra. Ma quando il vento sembrava sof­fiare in poppa alla Lega, Bossi rifiu­tò sdegnoso tutte le propo­ste di accordo. Ora non è più così e i son­daggi capovolgono il risultato. «Man­delli andrà facile al ballottaggio - assi­cura un colonnello brianzolo del Pdl - E poi con la sinistra ce la giochiamo. Se non facciamo errori, a Monza si può vincere». Perché i mugugni dentro il partito non mancano. A cominciare da chi sospetta una diciamo non trop­po convinta adesione alla candi­datura Mandelli dei ciellini che gli avrebbero preferito l’assessore Pierfranco Maffé. «Il voto disgiun­to a favore della sinistra? Un’assur­dità », assicura il consigliere regio­na­le Stefano Carugo negando qua­lunque possibilità di un voto, an­che nel segreto dell’urna, a Rober­to Scanagatti, appoggiato da sei li­ste tra cui Pd, Sel, Idv e Federazio­ne della sinistra. Certo, dovesse Mandelli andare al secondo tur­no, spiega un altro pezzo grosso brianzolo, «si dovranno prima di tutto convincere i leghisti a votar­lo. E non sarà facile. Poi imbarca­re di tutto ».

Nel mirino Udc, Fli e li­ste civiche che hanno frammenta­to il panorama portando alla pre­sentazione di ben undici candida­ti. «Il risultato? Dipenderà da chi di noi avrà il compito di condurre le trattative con gli altri partiti». Al momento un incarico che spetta al commissario Romani.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica