Tate Modern di Londra, domenica pomeriggio. Un uomo si avvvicina a una tela di Mark Rothko, cava dalla tasca un pennarello indelebile nero, quindi imbratta il dipinto con una scritta. Nessuno fiata. L'uomo rimira il suo lavoro per un pò, poi abbandona il museo. Indisturbato. Sarebbe già abbastanza per gridare allo scandalo ma c'è di più. A quanto pare non è l'opera di un matto, ma di un artista che vuole promuovere il suo movimento culturale: lo yellowism. Vladimir Umanets è un ex studente delle Belle Arti che al momento sbarca il lunario facendo le pulizie. Insieme a Marcin Lodyga ha fondato la 'suà avanguardia. Il «giallismo», per l'appunto. E lo dice chiaro e tondo sul dipinto «Black on Maroon» donato dallo stesso Rothko al museo britannico: «Vladimir Umanets '12». Un potenziale «obiettivo» per i fanatici dello yellowism. Rintracciato dal Times, Umanets ha spiegato le sue ragioni. «Lo yellowism non è arte nè un movimento anti-arte. I suoi esempi possono passare come opere d'arte ma non sono opere d'arte». Detta così sembra lo sproloquio di un matto. Ma Umanets ci tiene a sottolineare che lui pazzo non è. E nemmeno un «vandalo» se è per questo.
«La mia intenzione - prosegue - non era quella di distruggere l'opera d'arte, diminuirne il valore, compiere un'azione malvagia. Semmai volevo sottolineare la differenza fra lo yellowism e l'arte stessa». Poi uno scatto d'orgoglio: «Ora quest'opera vale di più». Convinto lui...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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