Tweet e video, comizio multimediale del premier

Si fa riprendere mentre dialoga via internet. I grillini: "Esci da questo Twitter"

Il premier Matteo Renzi su Twitter contro Beppe Grillo
Il premier Matteo Renzi su Twitter contro Beppe Grillo

Ieri il presidente del Consiglio è riuscito nell'impresa di innescare un corto circuito nella testa dei grillini. Li ha costretti, infatti, a usare uno slogan che fino a qualche mese fa mai avrebbero osato di gridare. «Matteo esci da questo Twitter». E per cosa? Semplicemente perché l'ex sindaco di Firenze aveva deciso di dedicare la pausa pranzo non a rifocillarsi bensì a rispondere via Twitter alle domande dei cittadini. Bastava digitare #matteorisponde con annessa domanda e, dalle 14 alle 15, si sarebbe ricevuta la risposta di Renzi in persona. Solo, nella stanza solitamente affollata perché adibita all'incontro con i giornalisti, il premier in jeans e cravatta celeste ha dialogato col popolo della rete. Alla maggior parte dei tweet rispondeva a voce. A beneficio di una ripresa tv molto studiata, che indugiava poco sulle decine di posti vuoti dove solitamente siedono i cronisti. Il risultato di questa diretta è un video, dove Renzi si sofferma un po' troppo sulla replica alla domanda sul valore effettivo degli 80 euro. In questo tempo troppo lungo per un tweet, accetta anche di essere ripreso di spalle in modo da mostrare la sua velocità e destrezza nel digitare sulla tastiera del suo portatile. Le sue dita corrono veloci seguendo la voce che tra l'altro dice: «Solo i ricchi possono non riconoscere l'utilità di questa misura». Il bello, però, è che la digitazione del premier supera abbondantemente i 140 caratteri del singolo tweet con cui rispondere. E i maliziosi subito a pensare che fingesse.

Questo dialogo telematico tocca tanti punti, che il premier smaliziato declina come fosse uno spot elettorale: «Sul tema del segreto sulle stragi c'è una polemica incomprensibile - cinguetta sicuro - Vogliamo un Paese più trasparente, con i dati accessibili on line». E poi ancora: «I fatti parlano per noi: la nostra manovra è incentrata sulla giustizia sociale». Il premier assicura inoltre che non c'è rischio di un taglio del debito pubblico come successo in Grecia. Lo assicura a un giovane e ansioso follower che gli confessa «lo chiede mio nonno che ha i bot». «Nonno può non preoccuparsi», risponde sicuro il premier. E poi c'è tempo ancora per parlare di Alitalia, di costi della politica (a chi gli rinfaccia di non aver toccato i soldi dei parlamentari ribatte di voler tagliare di un terzo il numero dei nostri rappresentanti), tasse, partite Iva, ed evasione fiscale (sulla quale avverte: per contrastarla si può fare di più con la tecnologia che con i blitz).

Insomma la pubblicità elettorale in tempo di Twitter non avrebbe più senso se non fosse che l'incidenza del web ora si vede anche da altri fattori ed è sempre su Twitter che si può valutare il successo di questa iniziativa.

Se ne accorgono in molti sul web e un tweet riassume il senso di sconforto che può aver vissuto lo staff di Renzi a show terminato. «La rete è spietata. I tweet del #matteorisponde di oggi hanno avuto in media solo 15 retweet e 25 likes: un flop».

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