«In Sicilia farò vincere il Pdl Miccichè sbaglia a strappare»

«In Sicilia farò vincere il Pdl Miccichè sbaglia a strappare»

«Ho grande rispetto dell'avversario Gianfranco Miccichè. Sono convinto che tornerà sui suoi passi, lo spero perché insieme potevamo portare avanti un progetto per la Sicilia coinvolgendo forze autonomiste e partiti nazionali. Ma non so se lo strappo che lui ha deciso di fare, candidandosi da solo, farà più danni a me o a lui...».
Non le manda a dire, Nello Musumeci, 57 anni, primi passi nel Msi a 15 anni, di destra da sempre, ex eurodeputato, ex presidente della Provincia di Catania (il più amato dei presidenti, tra il 2001 e il 2003), ex sottosegretario dell'ultimo governo Berlusconi e ora, leader di La Destra-Alleanza siciliana, candidato di Pdl e Pid (i centristi che con l'ex ministro Saverio Romano hanno lasciato l'Udc) a presidente della Regione Siciliana. Non le manda a dire. Né a Micciché, che l'ha mollato per scendere in campo con il Partito dei siciliani di Lombardo e col Fli; né al leader Fli, Gianfranco Fini, regista, sembra, dell'ultimo strappo in Sicilia tra Miccichè e il Pdl.
Onorevole Musumeci, lei sembrava l'uomo del miracolo che compattava tutto il centrodestra, e invece?
«Ma il centrodestra è rimasto compatto. Miccichè non è centrodestra, non lo è più. Spero che ci ripensi».
Miccichè ha detto di avere avuto il via libera di Fini per la sua candidatura...
«La cosa non mi sorprende. La strategia della destabilizzazione sta diventando la regola in certe forze politiche che non hanno più consensi».
Come Fli?
«Io non l'ho detto...».
Miccichè ha chiesto a Berlusconi di appoggiarlo. Teme brutti scherzi dal Pdl?
«Chiedere è lecito, ma poi ottenere... Sono più che certo della lealtà del Pdl. Ringrazio Angelino Alfano, i coordinatori regionali Pdl, il Pid, il mio partito. Colgo attorno a me tanto entusiasmo. E anche i numeri mi danno ragione. Un sondaggio di Datamonitor per BlogSicilia mi dà in vantaggio: io al 28%, Crocetta al 26%, Miccichè al 22%. E ancora non ho cominciato la campagna elettorale. Sono sicuro che quando andrò in giro, quando mi farò conoscere e potrò illustrare il mio progetto riuscirò a intercettare anche elettori del centrosinistra, come è accaduto in passato. Stavolta possiamo vincere».
Il voto del 28 ottobre in Sicilia è un test importante per il Pdl, tanto più in vista di un probabile voto anticipato. Il rilancio del partito è nelle sue mani?
«Non solo il rilancio del Pdl, ma di tutto il centrodestra. È nel codice genetico della Sicilia essere di centrodestra. Ce la faremo».
Le spaccature a sinistra le daranno una mano?
«Io sono in una coalizione coerente. I miei avversari no. A Roma Bersani sta con Vendola, ma Vendola in Sicilia appoggia Fava e allora in Sicilia Bersani sta con Casini».
Perché gli indecisi di sinistra dovrebbero votarla?
«Li convincerò con la mia storia, come è accaduto a Catania nel 2008 quando, solo contro otto partiti, ho sfiorato il ballottaggio col Pdl.

Faccio parte della destra di governo ma non sono ricattabile, sono estraneo a veleni e colpi bassi dell'ultima stagione politica».
Fa politica da tanti anni. Non teme di essere considerato uno della casta?
«Ho tre figli maschi e due sono disoccupati. Non sono la casta».

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