Corsia di sinistra

Cristina Manetti, capo di gabinetto del governatore della Toscana Eugenio Giani, è stata fermata dalla Polstrada mentre guidava sulla corsia d'emergenza

Corsia di sinistra
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Gli insicuri procedono paurosi a testa bassa, gli arroganti corrono fieri a testa alta. In entrambi i casi il rischio di sbattere la faccia è notevole.

È quello che è successo a Cristina Manetti, capo di gabinetto del governatore della Toscana Eugenio Giani, fermata dalla Polstrada mentre con la sua proletarissima 500 Abarth sulla Prato-Firenze - terra di superbia, di Conti Mascetti e supercazzole - guidava sulla corsia d'emergenza. Secondo lei perché si sentiva male e cercava una piazzola di sosta; secondo i poliziotti perché voleva saltare «il traffico particolarmente inteso». Morale: ritiro patente e 430 micragnosi euro di multa. Sembra che agli agenti la Signora abbia detto: «Voi non sapete chi sono gli Amici miei!».

Comunque, pur spiacendosi che la Manetti sia di sinistra (può succedere), rivendichiamo tutte le sue ragioni. Tra un'onesta arroganza e un'ipocrita umiltà, noi scegliamo sempre la prima. Ma può un politico di primo piano, con le urgenze che ha, doversi fermare in coda con 'sti pidocchiosi di pendolari? Può la politica abbassarsi alle esigenze della gente comune?

Noi siamo con la Manetti.

Abbiamo fatto la riforma della giustizia, non si può fare quella del Codice Stradale? Abbiamo regalato l'impunità alla Salis, non possiamo togliere una multa alla Manetti? Non si preoccupi, Signora. Se escono le intercettazioni con il Giani che fa pressione sulla Polizia di Stato, la copriamo noi.

E poi insomma. Se il Pd non rispetta più le regole, ma cambiamole queste benedette regole!

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