RomaBerlusconi rettifica in parte l'editto di Lesmo quando, sabato scorso a villa Gernetto, attaccò a testa bassa Monti. Lunedì, appena due giorni dopo, il Cavaliere viene intervistato da Bruno Vespa per il libro Il Palazzo e la Piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Monti. E in quella occasione precisa il suo pensiero su governo, premier e cancelliera tedesca. A Vespa, Berlusconi giura che «Non faremo una campagna elettorale contro Monti», facendo tirare un sospiro di sollievo all'ala più moderata del Pdl che mal aveva accolto l'attacco al Professore di sabato scorso. Ma le critiche berlusconiane ci stanno tutte e sono motivate. «Siamo convinti - dice l'ex premier - che l'austerità imposta dall'Unione europea, a noi come ad altri Paesi, su pressione di una Germania che svolge un ruolo da Paese egemone, con un'egemonia non solidale ma egoista, abbia immesso l'economia in una spirale recessiva senza fine». Insomma, la ricetta della Merkel non va e Monti sbaglia a seguirne supinamente i diktat.
Decisamente più cauto, quindi, sulla possibilità di far cadere il governo. Ipotesi che tuttavia resta in campo, qualora Monti non ascolti i desiderata pidiellini. Quindi, in merito all'eventualità di staccare la spina, il Cavaliere avverte: «Dipenderà dall'accettazione o meno da parte del governo delle nostre richieste di modifica alla legge di stabilità. Siamo dentro una spirale recessiva, dobbiamo assolutamente uscirne al più presto invertendo la nostra politica economica». L'intervista, stralci della quale sono stati resi noti soltanto ieri, è stata fatta lunedì. Quando, cioè, Palazzo Chigi non aveva ancora fatto dietrofront sulla manovra, accogliendo molte proposte del Pdl. Ed è proprio grazie al pressing di Brunetta che il governo ha corretto il tiro sulla retroattività del taglio delle deduzioni e delle detrazioni; sull'aumento dell'Iva per l'aliquota del 10 per cento; sulle risorse da destinare all'abbattimento del cuneo fiscale. Tutti elementi che soddisfano il Cavaliere perché misure volte a non deprimere ulteriormente l'economia.
Poi Berlusconi ha anche parlato di legge elettorale, tema su cui i partiti sono ancora in fase di stallo. Secondo il Cavaliere è possibile andare al voto con una nuova legge elettorale e precisa di essere contrario sia al porcellum, sia alle preferenze. «I tempi per una nuova legge elettorale - osserva - ci sono tutti». Quanto al porcellum dice: «È il partito democratico che lo vuole, non noi. A mio giudizio, il sistema migliore è il sistema spagnolo, che comporta un'alta soglia di sbarramento. Converrebbe anche al partito democratico, perché privilegia i primi due partiti, funziona benissimo e garantisce la governabilità in Parlamento». Altolà, invece, alle preferenze perché «sono un'anomalia italiana. Io sono letteralmente terrorizzato dal voto di scambio». E c'è un'ulteriore ragione: «Non si dimentichi che Fiorito nel Lazio e Zambetti in Lombardia sono stati eletti con le preferenze».
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