In Siria, quella che 18 mesi fa è iniziata come una rivolta di piazza, con manifestazioni e proteste contro il regime di Bashar El Assad, si è trasformata con il passare del tempo in un vero e proprio conflitto. La comunità internazionale, divisa su come arginare la crisi siriana, guarda impotente alle continue violenze nelle principali città del Paese. A Nord, i ribelli dell'Esercito libero siriano controllano a fatica una piccola parte di territorio confinante con la Turchia, ma sono bloccati ormai da settimane in una battaglia nel maggior centro commerciale del Paese, Aleppo. Gli aerei e gli elicotteri del regime continuano a bombardare i villaggi, mentre a Damasco i carri armati dell'esercito cercando di mantenere i ribelli il più possibile lontano dai centri del potere dove il regime, gestito da una minoranza alawita, cerca di sopravvivere sempre più isolato. Secondo gli attivisti dell'Osservatorio per i Diritti Umani, in 18 mesi di conflitto in Siria sarebbero morte 27mila persone, tra civili, miliziani e soldati.
La crisi siriana sta attraversando anche i confini del Paese: secondo le Nazioni Unite in Turchia il numero dei rifugiati potrebbe salire a 200mila. Giordania e Libano ospitano migliaia di profughi e temono che le violenze possano sconfinare nei villaggi lungo la frontiera, come già successo nei mesi passati anche in Turchia.SIRIA Il conflitto che rischia di diffondersi in altri Stati
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