Vita, soldi e miracoli di Franco Fiorito, già capogruppo Pdl alla Regione Lazio. L'identikit del «Batman» de' noantri tracciato dal gip di Roma che l'ha spedito al fresco è impietoso in tutte e 29 le pagine dell'ordinanza d'arresto.
L'INDENNITÀ UNA E TRINA
Per dire. Dei 634 bonifici nazionali eseguiti da Fiorito tra giugno del 2010 e luglio del 2012 ben 46, per un importo superiore a 750mila euro, sono su conti correnti personali dell'ex capogruppo. La giustificazione? «Mi attribuivo un'indennità doppia o tripla in ragione delle mie molteplici cariche». Una prassi seguita da tutti e da sempre, giura lui. Per legge, però, le indennità non sono cumulabili. E poi tutti lo smentiscano. Dal presidente del Consiglio regionale Abbruzzese («non sono a conoscenza di questa prassi») a Pietro Giubilo dell'Udc («mai avuto notizia di tale prassi») fino alla «contabile» del partito di Casini, Alessia Ferranti («le erogazioni sono limitate nella misura di 4.190 euro per ogni consigliere»).
SOLDI ALL'ESTERO A GO GO
I conti di Fiorito in Italia sono sei, i bonifici all'estero sono invece 59, di cui 54 (per complessivi 339.482 euro) a favore dei suoi conti in Spagna. Il resto della movimentazione è avvenuta mediante assegni (oltre 130 per 369mila euro), carte di credito (184.400 euro), prelevamenti allo sportello (121.350 euro) e bancomat (26.804 euro). «Cifre - scrive il gip - la cui somma è molto superiore a quella di euro 237.898 che risulta dai 51 documenti fiscali, peraltro non rinvenuti in occasione delle perquisizioni, ma prodotti dallo stesso Fiorito in sede di interrogatorio».
IN 7 GIORNI 13 BONIFICI
Il 2 luglio del 2012 Fiorito ordina ben 13 bonifici, di cui 6 in Italia e 7 all'estero, per un importo complessivo di 100.567 euro. Per il gip è il capitolo finale della sua azione di spoglio: «L'accelerazione finale si spiega agevolmente con l'approssimarsi della scoperta delle ruberie e quindi con la necessità di completare, in maniera frettolosa e patente, il progetto criminale». Contestualmente Fiorito aveva scritto una lettera dove denunciava «l'utilizzo improprio dei fondi pubblici da parte di altri consiglieri». L'aveva inviata anche alla presidente Polverini e questo, a detta del gip, era funzionale «a una forma di alterazione del quadro probatorio».
HERMES E IL TRITACARTE
Il modus operandi di Fiorito viene definito «spregiudicato». Nel tritacarte e nella pattumiera di casa sua lo scorso 19 settembre la Finanza trova frammenti di fatture destinate al gruppo. Una di queste, ricostruita dagli investigatori, certifica una spesa di 4mila euro in cravatte di Marinella, sciarpe in seta e portadocumenti in pelle. Tra le spese pazze, non riconducibili a esigenze di partito, figurano «263,87 euro spesi al supermercato Auchan di Fiumicino; 1.010 euro pagati in un negozio Hermes, 500 euro da Montblanc, 626 euro da Pineider; quasi cinquemila euro tra l'Unieuro di Roma e quello di Frosinone». Oltre 2.500 euro spesi in un negozio di ceramiche e in uno di tessuti per i bagni.
LA CALDAIA DEL CIRCEO
Non solo gli 800mila euro pagati per l'acquisto della villa a picco sul mare (di cui200mila in contanti) proverrebbero dai fondi destinati al gruppo del Pdl, ma anche la caldaia montata nella casa è stata pagata con un bonifico di 1.815 euro dal conto Pdl (così emerge da una fattura trovata al capo segreteria del gruppo Galassi). L'ex sindaco di Anagni aveva invece sostenuto di aver usato parte dei soldi custoditi nella cassaforte di famiglia ottenuti dal padre in una vecchia causa di lavoro. Ma per i pm le versioni fornite da Fiorito sono «inverosimili». Al contrario è «verosimile ritenere che la provvista utilizzata per pagare l'intero prezzo della villa sia proveniente dai delitti contestati».
L'IMMOBILIARE FIORITO
Per perquisire le sue 14 residenze, ufficiali o meno, ieri si è dovuta mobilitare mezza guardia di finanza. L'ex capogruppo ha tre immobili a Tenerife (Spagna) e ha in corso di acquisizione un immobile a Mentone (Francia). Poi c'è l'appartamento di Roma, in via Catania, le cinque case ad Anagni, quella a Piglio e la villa del Circeo. «In più - ha riferito - ho la disponibilità di tre appartamenti a Roma, in via Micheli, in via Margutta e in via Gesù e Maria». Nel porto del Circeo, poi, è ormeggiato il suo motoscafo Manò Marine col quale, a detta dei pm, sarebbe potuto scappare.
VACANZE A SPESE PDL.
Se i magistrati hanno dubbi sui compensi, come collaboratrice di Fiorito, all'ex compagna francese del padre, anche sui 29mila euro alla «Sardegna Resort» sentono puzza di bruciato. Fiorito giura che prese i soldi dal conto Pdl dando mandato al suo segretario/cugino di predisporre il bonifico dicendo che poi avrebbe saldato». Cosa che avvenne, ma un anno dopo. Il segretario Boschi conferma: «Il Fiorito ha provveduto alla restituzione un anno dopo, a luglio 2011. Il denaro fu consegnato in contanti da Fiorito e lo conservai in cassaforte, mi disse che i soldi provenivano dalla madre. Non li depositai in banca ma li utilizzai per spese di partito, per pagare qualche cena e materiale informatico».
«BATBLU» E LA JEEP DA NEVE
È costata oltre 46mila euro al gruppo Pdl la Bmw X5 di Fiorito pagata con rid bancario nonostante disponesse già di una batmobile «blu» della Regione (nell'atto di trasferimento risulta come acquirente e come venditore!). Sempre con i soldi del Pdl vengono pagate la Smart utilizzata dalla sua segretaria e la Jeep Wrangler costata 33.
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