il sorpasso2 Più telefonini che uomini (e cose da dirsi)

di Giuseppe Marino

Una volta avevamo paura di essere tutti soltanto un numero. Tranquilli, timore archiviato: di questo passo, tra poco saremo due numeri. A testa. Ce lo svela l'organismo dell'Onu per le telecomunicazioni: nel suo ultimo report traccia il diagramma della crescita di linee telefoniche e lo confronta con quello della crescita della popolazione mondiale. La prima linea, quella dei nuovi proprietari di telefonini, è una china scoscesa, una salita da Giro d'Italia. Quella della popolazione, al massimo un sentiero in collina. Ergo, se si va avanti così a fine 2013 ci sarà il sorpasso: più telefonini che uomini: ora siamo a 6.8 miliardi di attivazioni a fronte di 7,1 miliardi di abitanti. Ma ora non cominciamo con le tiritere moraliste: certo che è il consumismo, bellezza. Ma è anche un vero, fedele specchio di progresso tecnologico. Per l'Africa, ad esempio, il telefonino significa la possibilità di far arrivare connessioni voce e dati in posti fino a pochi anni fa tagliati fuori dal mondo. Certo, viene in mente quella gag di Corrado Guzzanti che, impersonando lo scolaro fessacchiotto Lorenzo e parlando delle meraviglie delle connessioni globali via web che ci permettono di parlare pure con gli aborigeni, chiosava in modo spiazzante: «Abborì, ma io e te che c'avemo da disse?». Il digital divide, il distacco tecnologico tra le diverse aree del pianeta, resta comunque.

Se l'area dell'ex Urss è quella che sta crescendo più rapidamente quanto a connessioni telefoniche, l'Europa resta quella con la maggior penetrazione di smartphone e quindi di accessi al web (il 75% degli abitanti ). E se per un europeo una connessione web costa l'1,1% della ricchezza pro capite, un africano deve investire il 36%. Avanti così. Resta sempre il rischio che ci siano più telefonini che cose da dire.

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