Spaccia poesie, sequestro a Venezia

Antonio Melis, sardo, da oltre trent'anni gira per l'Italia distribuendo poesie ai passanti in cambio di un'offerta libera, ma in tre lustri di onorata carriera da poeta di strada una cosa come quella che gli è successa a Venezia non l'aveva mai vista. Tre giorni fa stava seduto davanti alla sua cassetta con le sue poesie d'amore e d'amicizia in campo Santa Margherita, quando la polizia locale gli ha sequestrato contenitore e fogli. Non solo: lo ha pregato di non ripresentarsi più nella piazza, pena provvedimenti più severi. «Solo a Venezia mi è capitata una cosa simile», ha dichiarato Melis stupito al Gazzettino.
La sua storia è diventata un vero e proprio caso, anche perchè a Venezia tra venditori abusivi, facchini senza permesso che spesso derubano i turisti e musicisti di strada la presenza di un poeta che distribuisce poesie ai passanti sembra essere l'ultimo dei problemi.
Deve essersene reso conto anche il vicesindaco lagunare che ieri ha dichiarato di voler regalare a Antonio Melis la raccolta di poesie «Discorso all'Ufficio oggetti smarriti» della poetessa Wisawa Szymborska «come riconoscenza a chi come lui esprime attraverso la poesia il proprio stare al mondo».
«Spiace che a Venezia - ha sottolineato Simionato - che si è candidata a capitale europea della Cultura per il 2019, un poeta di strada si sia visto sequestrare la sua merce».

Ma la polizia non c'entra perché «è evidente che in una città che attrae centinaia di artisti di strada, la Polizia Municipale non può che agire nel rispetto dei regolamenti comunali con il rischio, se non lo fa, di essere accusata di negligenza». Al vicesindaco non rimane che mettere mano al regolamento, «per evitare che si ripetano simili situazioni che rischiano di far apparire la sanzione abnorme rispetto alla colpa».

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