Sparatoria in centro a Milano, La Russa accusa: "Il boom di reati figlio dell'ideologia di sinistra"

Sotto accusa la politica troppo tollerante della Giunta milanese. L'ex ministro accusa Pisapia di aver rinunciato alle pattuglie dei militari per la sua cultura

Un nuovo brutale omicidio torna a sconvolgere i milanesi. Nell’ultimo anno il Viminale ha dovuto costatare che il capoluogo lombardo è divenuto la città meno sicura di tutta Italia, la prima per reati denunciati. Da ministro della Difesa Ignazio La Russa ha lavorato per avere i militari nelle strade. Tuttavia, una volta eletto a Palazzo Marino Giuliano Pisapia ha subito rinunciato ai pattugliamenti misti di poliziotti, carabinieri e militari.

Onorevole La Russa, come spiega l’emergenza criminalità in una città come Milano che fino all’anno scorso era considerata sicura?

“Sicuramente la scelta, del tutto inspiegabile, di rinunciare alle pattuglie miste ha abbassato il livello di sicurezza. Tuttavia, non è solo questo. Il problema più grave è che l’aumento della criminalità è la diretta conseguenza di una posizione culturale che ha portato il Comune ad abbassare la guardia in tema di sicurezza.”

La sinistra non la reputa più una priorità?

“Se per il centrodestra la sicurezza è sempre stata tra le prime voci del proprio programma, per la sinistra è considerata un’invenzione propagandistica. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: sottovalutare i pericoli non fa altro che incoraggiare la criminalità.”

E’ un’equazione matematica?

“Non c’è da stupirsi. Fa parte dell’ideologia della sinistra credere che rubare, in determinati casi, può non essere considerato un furto, che la proprietà privata può essere violata e che i nomadi esercita una sorta di prerogativa culturale…”

Nel giro di un anno la presenza di nomadi a Milano è più che triplicata. Perché?

“Negli anni passati le Giunte Albertini e Moratti hanno lavorato a lungo per risolvere il problema dei campi irregolari raggiungendo soluzioni condivise dagli stessi nomadi. Adesso, siamo tornati indietro… dalla tolleranza zero si è passati alla tolleranza cento!”

Chi sono i primi a subire le conseguenze di questa ideologia permissiva?

“Sicuramente i cittadini delle periferie. Non voglio essere frainteso: i crimini possono succedere anche nel centro storico, ma sono sempre i ceti popolari a pagare sulla propria pelle dal momento che non hanno gli strumenti per attrezzarsi e difendersi. Sono certo che molti politici di sinistra si scandalizzeranno nel leggere questa intervista. Tuttavia, va detto che la loro posizione ideologica nasce proprio dalla deresponsabilizzazione dell’individuo. Per lungo tempo, infatti, la sicurezza è stata considerata un ‘trucco propagandistico della destra’.”

Anche il governo ha delle colpe?

“Di sicuro il Comune di Milano ha una grossa responsabilità. Quando aveva rinunciato alle pattuglie miste, Pisapia aveva promesso un piano alternativo che stiamo ancora aspettando. Anche il governo Monti non sembra considerare la sicurezza una priorità”.

Non ci sono solo i numeri a dirci che Milano è meno sicura. Gli stessi milanesi si sentono meno sicuri.

“Oltre alla sicurezza reale, bisogna fare i conti anche con la sicurezza percepita. Se un cittadino ha paura, vive male. E qui entrano in campo le pattuglie miste: il loro compito non è solo quello di intervenire e sventare i crimini, ma anche infondere un senso di sicurezza.”

Dove nasce l’avversione della sinistra per le forze dell’ordine?

“L’avversione alla sicurezza ha radici molto profonde. Ricordo ancora quando, in piazza e nei cortei, urlavano slogan come ‘Ps SS’ oppure ‘Camerata basco nero, il tuo posto è al cimitero’. Oggi quella ideologia non è certo cambiata.”

Cosa dobbiamo aspettarci da altri quattro anni di Giunta Pisapia?

"E' arrivato il momento che la città faccia sentire la propria voce.

I cittadini devono far capire al sindaco che la sicurezza deve tornare ad essere una priorità. Solo allora la Giunta si vedrà costretta a tornare sui propri passi e adottare misure che contrastino seriamente la criminalità.”

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