L'ultima soluzione è dedicata agli investitori più propensi al rischio pur di spuntare un guadagno superiore al 10% anche in pochi mesi. Per farlo è possibile ricorrere agli Etf valutari a leva tre: fondi passivi che replicano l'andamento di un preciso cambio valutario moltiplicando per circa tre volte la variazione. Per esempio l'Etfs 3Xshort yen long euro in gennaio ha guadagnato il 26%, a fronte di una rivalutazione dell'euro sulla valuta nipponica del 9%. La strategia d'investimento parte dal presupposto che gli attuali livelli di cambio dell'euro siano prossimi a un punto di svolta e che, presto, possa ripartire un ritorno ai livelli d'inizio anno. Con questa ipotesi di base, non appena il cambio euro-yen supera 130 e quello euro-dollaro quota 1,40, ''investitore sottoscrive il 10% del portafoglio in Etfs 3Xlong yen short euro, un altro 10% in Etfs 3Xlong Usd short euro e un altro 10% long sterlina short euro, per poi rivendere il tutto quando i cambi siano tornati sui livelli di inizio anno e cioè 113 euro/yen, 1,32 euro/Usd e 0,82 euro/sterlina. A quel punto l'investimento complessivo di quel 30% in Etf a leva avrà registrato un guadagno lordo del 5,5%: ne deriva che, per ottenere un guadagno del 10%, occorrerebbe impiegare il 60%. Il 30% disinvestito potrebbe poi essere impiegato in un Btp 2016.
Il resto del portafoglio dovrebbe essere mantenuto in fondi e Etf azionari: 10% azionari area euro, 10% azionari Usa, 30% azionari Paesi emergenti, 10% azionari Asia, 10% settore hi tech e 10% settore lusso.
Per quanto riguarda i rischi, usando gli Etf valutari a leva, il pericolo è di vedere moltiplicate per tre le perdite nel caso in cui l'euro continuasse ad apprezzarsi oltre questi livelli.
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