Spione e falso: questo Stato non siamo noi

Lo Stato non siamo noi. Non siamo noi perché lo Stato ci spia, ci insegue, non si fida, raziona la nostra libertà e neppure ci protegge

Turisti in visita negli scavi archeologici di Pompei
Turisti in visita negli scavi archeologici di Pompei

Lo Stato non siamo noi. Non siamo noi perché lo Stato ci spia, ci insegue, non si fida, raziona la nostra libertà e troppo spesso neppure ci protegge. Non siamo noi perché da troppi anni ci chiede solo tasse, sempre più alte, perché in passato ha speso troppo, fino a consumare il futuro. E non soddisfatto, continua a spendere e sprecare. Non siamo noi perché lo Stato è la Ue, la Bce, il Fondo monetario internazionale, è uomini in grigio e numeri virtuali. Non siamo noi perché a Pompei fa più danni del Vesuvio e a Roma più dei Barberini.

Lo Stato non siamo noi perché non ha ancora deciso se tassare la prima casa oppure no, e quando chiedi una risposta fa come Rossella O'Hara: ci penserò domani.

Non siamo noi perché il suo welfare è grasso e cavilloso ma troppo spesso non vede i deboli, mentre sa benissimo chi sono gli amici degli amici. Non siamo noi perché per cinquant'anni ha barattato servizi in cambio di clientele, con una politica economica assistenziale, che non serviva a dare opportunità a chi l'aveva persa, ma ad arricchire i capibastone della giostra elettorale. Nelle zone più sane ha assopito lo spirito imprenditoriale, in altre ha trasformato i cittadini in sudditi, tanto che molti di loro si aspettano che sia lo Stato a risolvere i loro problemi. Dove invece c'era il cancro dell'antistato, lo ha foraggiato, sostenuto, dirottando risorse e denari nella pancia di cellule malate. «Tutti avete detto che la mafia insorge nel vuoto dello Stato. E invece insorge nel pieno dello Stato». Questo lo diceva Leonardo Sciascia e a quanto pare aveva ragione. Non siamo noi perché lo Stato fa patti con la mafia.

Lo Stato non siamo noi perché costringe i poveri a evadere le tasse e finge di non vedere i furbi che tranquillamente lo fanno. Non siamo noi perché con tutte le buone intenzioni non possiamo fidarci della giustizia. È lenta, è arbitraria, e troppe toghe non perdono occasione per rivendicare il loro tifo politico. Lo Stato non siamo noi perché in carcere c'è una folla di gente mai condannata e mai neppure processata.

La chiamano carcerazione preventiva, ma assomiglia sempre di più a menefreghismo, se non tortura.

Lo Stato di certo non sono io. Lo Stato sono gli altri, quelli che in suo nome moltiplicano potere e ricchezza. Lo Stato non siamo noi perché di questo Stato non ci fidiamo. Lo Stato sono loro.

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