Milano - Il coraggio, uno non se lo può dare, faceva dire Alessandro Manzoni a Don Abbondio nei Promessi sposi. Vale per il governo e vale anche per il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che sulla legge di Stabilità aveva chiesto a Enrico Letta «il coraggio di tagliare del 2-3-4% gli 850 miliardi di spesa pubblica per liberare 10 miliardi e ridurre il costo del lavoro», per imprese e lavoratori.
Il governo, come si sa, ha fatto quello che poteva, mettendo sul piatto i famosi 14 euro in media al mese per i redditi inferiori a 55mila euro. Poco, pochissimo, meno di un caffè al giorno. Probabilmente qualcuno del governo a Squinzi aveva promesso che i soldini sarebbero stati molti, molti di più e questa carta se l'era giocata con i suoi «elettori», facendoci una brutta figura: «Prima ci avevano detto che erano dieci, poi cinque, poi sono stati 2,6- 2,7 miliardi».
Un affronto che Squinzi si era legato al dito. Neanche la frase «Non possiamo fare di più», detta dal capo dello Stato Giorgio Napolitano nel suo colloquio con Roberto Napoletano (guarda caso direttore del Sole24Ore, giornale di Confindustria) sembrava aver sopito l'ira di Squinzi: «Non serve coraggio ma realismo, o sarebbe solo incoscienza», promettere soldi che non hanno alcuna copertura, visto che ci sono «vincoli e condizionamenti oggettivi che non si possono aggirare» (leggasi tetto al 3% del rapporto deficit/Pil). E quindi niente soldi.
La frase durissima «la Stabilità è una porcata» dei giorni scorsi e la ricostruzione (guarda caso) inoppugnabile del Sole24Ore sulla Tasi che ci costerà fino a 9 miliardi in più rispetto all'Imu per il gioco al rialzo delle aliquote lasciate in mano ai sindaci hanno riaperto lo scontro. Ecco perché nonostante questo duro braccio di ferro a distanza fa sorridere la frase dal sen fuggita ieri da Squinzi sulla sua avventura alla guida di Viale dell'Astronomia: «Quando ho accettato la candidatura alla presidenza di Confindustria sulla pressione di diversi amici non pensavo di trovarmi in una situazione economica così complessa - ha detto ieri Squinzi all'assemblea delle industrie meccaniche tra lo sconcerto dei presenti - se l'avessi saputo prima non so se mi sarei candidato».
E infatti Squinzi si è accodato ai sindacati nello sciopero. Che coraggio...
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.