Lo Stato dà ragione al poliziotto contro il sottosegretario arrogante

La sua «colpa» è stata quella di non aver obbedito all’arroganza del solito politico alla «lei non sa chi sono io». Che l’ha denunciato alla Prefettura e ai suoi superiori per non aver ricevuto il trattamento da vip che si aspettava. Ma oggi il Consiglio di Stato e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, danno ragione all’ispettore di polizia Valdo Bettinelli dopo quasi tre anni di ricorsi bocciati.
I fatti, riporta Italia Oggi, risalgono al 30 ottobre 2006. Ettore Rosato, sottosegretario del ministro dell’Interno Giuliano Amato, secondo governo Prodi, deve imbarcarsi su un aereo da Venezia per rientrare a Roma. Lui e la scorta sono in ritardo e perdono il volo, che decolla senza «la personalità di governo», costretti a salire su quello successivo. Bettinelli quel pomeriggio è capo turno allo scalo e finisce sotto accusa. Viene punito con una sanzione disciplinare, una trattenuta di 78,31 euro dallo stipendio. L’accusa nei suoi confronti è di non aver adottato «tutte le rituali agevolazioni» e di non essersi attivato «tempestivamente al fine di assicurare al sottosegretario l’imbarco del volo programmato. Tale negligente condotta determinava la perdita del volo e le conseguenti doglianze dell’autorità interessata». All’ispettore viene contestato di aver causato «grave disservizio agli impegni istituzionali dell’autorità dello Stato».
Bettinelli fa ricorso, ma nessuno gli dà ragione, neppure il capo della polizia Antonio Manganelli. Nonostante spieghi che Rosato è arrivato all’aeroporto con notevole ritardo rispetto ai tempi dell’imbarco e che l’aereo era già in fase di rullaggio. Scrive che «le norme attuali non prevedono il fermo a fondo pista di un aereo per motivi di imbarco, anche se il passeggero è una personalità con gravami istituzionali».

E che nessuno lo aveva avvertito dell’arrivo del sottosegretario dandogli indicazioni per anticipare le pratiche burocratiche. Pochi giorni fa sia il Consiglio di Stato sia Napolitano hanno riconosciute le ragioni dell’ispettore, «riabilitandolo» e riconoscendogli di aver svolto il proprio dovere.

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