La grazia? Inutile per "salvare" Silvio Berlusconi dall'incandidabilità. A dirlo è il presidente della Giunta per le immunità del Senato Dario Stefàno, secondo cui la legge Anticorruzione (firmata da Cancellieri, Patroni Griffi, Severino e Monti) fa scattare la "non agibilità" non appena si riporti una condanna definitiva a più di 2 anni di reclusione, a prescindere da come questa si sconti.
In un'intervista all'Ansa, il senatore di Sel ha detto di aver chiesto di alcuni documenti per chiarire il ruolo di Berlusconi in Mediaset perché i tempi sulla vicenda siano brevi: "Sulla base di un impegno assunto con tutti i gruppi presenti in Giunta ho fatto richiesta di una serie di documenti, tra cui gli atti concessori ed autorizzatori del gruppo Mediaset e le visure camerali riguardanti le cariche sociali nelle aziende ad esso riconducibili", sostiene ricordando che "l’esecuzione della pena detentiva non è competenza della Giunta, trattandosi di sentenza definitiva".
Del resto, spiega Stefàno, perché la vicenda si concluda bisogna aspettare ancora molto: "Per i prossimi 6 anni gli Uffici elettorali non potranno ricevere la candidatura a causa dell’incandidabilità prescritta dal Decreto 235 del 31 dicembre 2012 a meno che non intervenga una riabilitazione, su richiesta dello stesso Berlusconi.
Ma ciò è inimmaginabile, prima di almeno 2 anni. Quanto alla decadenza da senatore della XVII legislatura, invece, la decisione finale spetterà all’Assemblea del Senato, e non potranno esserci salvacondotti provenienti dall’esterno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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