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Stop in Rai ai cachet stellari. Dopo Crozza salta Benigni

Lo show "Dieci comandamenti" è rinviato: fonti Rai sostengono che l'attore è impegnato all'estero. Per averlo la Rai avrebbe speso quattro milioni. Ma i conti dell'azienda sono in rosso

Stop in Rai ai cachet stellari. Dopo Crozza salta Benigni

Anche gli artisti piangono. Non è più tempo di cachet stellari e anche i grandi volti dello spettacolo italiano devono stringere la cinghia (si fa per dire...). Pare infatti che, dopo la rottura delle trattative che avrebbero portato Maurizio Crozza su Raiuno, sia saltato anche lo show natalizio di Roberto Benigni. Quello dedicato ai Dieci Comandamenti, sullo stile della seratona sulla Costituzione italiana dello scorso dicembre. Un evento che fece altissimi ascolti - 12,6 milioni di spettatori - ma che quest'anno non potrà essere «repricato». Pare che il premio Oscar abbia deciso di saltare l'appuntamento con il suo vasto pubblico italiano a causa di impegni molto importanti all'estero. Magari un film: lui stesso ha parlato recentemente della volontà di realizzare una pellicola sulla sua amatissima Divina Commedia.

Ma è difficile escludere che a questa scelta sia estranea la questione dei costi e dei compensi stellari dei personaggi famosi che provocano indignazione fra la gente comune. La televisione di Stato si trova in cattivissime acque e a fine anno chiuderà il bilancio in forte perdita. Dunque, facile immaginare che si sia preferito rimandare l'appuntamento a periodi più rosei. Come nel caso di Crozza, che ieri sera nella copertina di Ballarò, con la sua consueta verve, dopo aver ripetutamente chiesto «quanto costa Floris, quanto costa Ballarò, quanto costa il meteo, quanto costa un cavo....» ha fatto ironia sul suo mancato ingaggio Rai: «Sono un Raiuno mancato: nel dubbio che non fossi un investimento proficuo mi sono fatto da parte. Chissà se mai si leggerà sul Giornale: “sfuma la trattativa Stato- Brunetta“».

La spesa complessiva per avere su Raiuno il regista de La vita è bella sarebbe stata, secondo indiscrezioni rilanciate dal «fustigatore» Renato Brunetta ma non confermate in Rai, di 4 milioni di euro (lo show in diretta sarebbe stato ampiamente ripagato dagli spot pubblicitari, inseriti prima e dopo, non durante lo spettacolo, come successe lo scorso anno). Un contratto che avrebbe compreso sia la prima serata sui Dieci Comandamenti, sia la serie di dodici appuntamenti di esegesi della Divina Commedia che avrebbero dovuto andare in onda in coda allo show di Crozza il venerdì sera a partire da marzo. Insomma, un accordo simile a quello dell scorso anno, quando la serata sulla Costituzione più le puntate dantesche furono unificate in un unico «pacchetto» da 5,8 milioni. Peccato però che la (coraggiosa) operazione culturale in prima serata su Raidue non fu apprezzata dagli spettatori: in pochissimi seguirono Benigni nei gironi dell'Inferno.

Dunque, lo show in diretta sui Dieci Comandamenti per ora è rinviato. Stesso discorso per il lungo viaggio nei canti della Divina Commedia cominciato nel 2006 dall'attore toscano. Peccato, però, che le puntate di Tutto Dante siano state già registrate quest'estate, come tutte le altre, a Firenze: sono distribuite dalla Melampo, la casa di produzione della famiglia Benigni. Dunque, o troveranno uno spazio nel palinsesto della Rai, oppure il manager dell'attore Lucio Presta potrebbe rivolgersi ad altre aziende. È intuibile però che solo il servizio pubblico potrebbe accollarsi l'onere: in cambio ovviamente di seratone da showman.

Comunque, se, dopo quella di Crozza, anche l'operazione Benigni, come è altamente probabile, non andrà in porto, il primo canale si troverà sguarnito di due dei punti chiave della programmazione 2013-2014. È non è una situazione semplice, nonostante allo stato attuale la rete guidata da Giancarlo Leone sia ancora leader negli ascolti. Peccato, però, che le casse siano esangui.

E siano rimasti pochi soldi per pagare i cachet dei grandi volti.

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